L’irruzione sulla scena politica del Movimento di Grillo, comunque lo si valuti, costituisce uno stimolo per un ritorno alle origini del popolarismo che consenta ai cattolici impegnati in politica di confrontarsi con le vere questioni aperte nel presente.
La proposta di Gianni Bottalico: subito un referendum per dare poteri costituenti al prossimo parlamento europeo con l’obiettivo di far nascere entro il 2020 lo stato federale europeo.
La globalizzazione è finita, ed a decretarne la fine sono stati i Paesi da cui è partita: il Regno Unito e gli Stati Uniti. Ma a ben vedere, il ritorno all’interventismo e ad un ponderato protezionismo, cioè all’economia sociale di mercato, finirà per essere la via con cui nel volgere di pochi anni il commercio mondiale tornerà a fiorire. La vocazione all’universalità va incoraggiata, il globalismo va contrastato con il massimo impegno.
Dal riconoscimento delle cause che hanno determinato la disfatta dei democratici si può ricostruire una nuova rappresentanza popolare ed un progetto politico adeguato alle sfide dei tempi.
LE RAGIONI DEL NO – «Il referendum si trasforma in una specie di plebiscito sul programma costituzionale “complessivo” della maggioranza politica».
LE RAGIONI DEL SÌ – «La domanda che dobbiamo farci sul pacchetto di riforme costituzionali è se nell’insieme ci convengono».
Ogni cittadino è chiamato personalmente ad esprimere la sovranità popolare. La Costituzione è una cosa seria, che non può prestarsi a tifoserie da stadio pro o contro l’avversario del momento o a fiumi di parole e slogan, che nulla hanno a che fare con essa. Fare della Carta Costituzionale materia del contendere per perseguire scopi di parte è da incoscienti e controproducente. Mentre il 5 dicembre avremo, invece, un Paese diviso, frammentato, attraversato da un’altissima litigiosità politica, che non risolverà i gravi problemi che attanagliano milioni di famiglie italiane.