Taglio dei parlamentari: la sfida è tra la democrazia rappresentativa e diretta. Il risparmio ha un costo democratico.

La qualità della democrazia non dipende dai numeri, ma dal pregio dei suoi rappresentanti e del suo sistema costituzionale . Banalizzare in costi il sistema della rappresentanza democratica è rischiosamente fuorviante; il risparmio, peraltro modesto, va commisurato al costo che paga la democrazia. Il numero dei parlamentari ha senso in rapporto a diversi fattori a cui è strettamente connesso. Ovvero la proporzione con gli abitanti di un territorio di cui il parlamentare è espressione, il ruolo e compiti delle camere (che sarebbe forse opportuno differenziare) e quindi del sistema elettorale. Più il numero è ridotto, maggiori devono essere i contrappesi per evitare il rischio di un parlamento in mano a pochi. Dobbiamo essere consapevoli inoltre che questa riduzione ha sullo sfondo due modelli diversi, la democrazia diretta propugnata dai cinque stelle rispetto a quello che conosciamo e pratichiamo ovvero rappresentativo. Che quello della democrazia diretta rischi di essere in realtà etero-diretta è del tutto evidente. Guardando poi a quanto è accaduto circa la nascita del governo con la consultazione on line a posteriori dopo l’accordo fatto dinnanzi al Presidente della Repubblica che questo sistema sia democratico nella sostanza ed efficace è alquanto contradditorio sia rispetto alle funzioni del capo dello stato sia a quelle degli stessi parlamentari votati da un numero di elettori certamente molto più ampio di quelli che partecipano al voto in piattaforma . In questo processo di revisione del sistema democratico non è a questo punto indifferente riporsi anche la questione del finanziamento pubblico dei partiti. Constatiamo quanto è difficile la sopravvivenza di partiti autenticamente democratici,  il combinato disposto di un numero ridotto di parlamentari espressi da partiti personali o di gruppi ristretti di persone che dispongono e gestiscono le risorse finanziarie, aumenta il rischio di democrazie illiberali.  Che i partiti possano disporre di un minimo di risorse senza che queste siano espressione di qualche persona- gruppo particolari aiuta a evitare il rischio di condizionamenti finalizzati a specifici interessi. La finalità di un partito è quello di fare gli interessi di tutti, non di qualcuno in particolare.  Liberandoci dal populismo di un tanto al chilo, il parlamento dovrà quindi inserire questa riduzione dei parlamentari in un più ampio contesto di ridisegno qualitativo del nostro sistema democratico che è un bene inestimabile. I numeri da soli non bastano ad esprimere i valori.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.