Nel 75° ricordo di Auschwitz il male e il bene, ogni giorno scegliamo.
L’inferno o il paradiso sono in noi, siamo ascesa o discesa. Possiamo salire verso l’infinito o scendere verso gli abissi. Siamo alfa e omega. Nella Genesi è già scritta la natura divina e al contempo perversa dell’uomo. “ Allora il Signore disse a Caino: Dov’è Abele tuo fratello ? Egli rispose: Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello? Riprese: Cosa hai fatto ? La voce di tuo fratello grida a me dal suolo !” (Gen 4,1-16). Nel gesto demoniaco fratricida, il dramma umano eterno che ci segue. L’inferno nel cuore e della mente.
Il 75° anniversario di Auschwitz, il ricordo devastante dell’Olocausto ci mettono davanti allo specchio riflettendo la nostra misera nudità morale. Ci ricordano che nella totale libertà d’arbitrio siamo dotati di capacità immense, di bellezza procreatrice e di deturpazione sino all’annullamento della nostra umanità. Se vogliamo possiamo ritornare allo stato primordiale prima che il soffio dello spirito illuminasse l’istinto. La vera potenza nucleare è in noi. Se gli ordigni atomici possono distruggere il pianeta, la nostra volontà ha il potere di distruggere l’umano.
In quei campi di pianificate atrocità per spregiare e distruggere un intero popolo, si annullarono tutte le menti e coscienze. Un inferno di abbrutimento forzato delle vittime però salvato dalla loro innocenza, quello dei carnefici condannato dalla loro scelta per il male.
La potenza devastante delle parole discriminatorie e di odio enfatizzate attraverso la gli strumenti della comunicazione di massa, il distorto abuso della religione, della cultura, delle arti e scienze furono capaci di creare il clima di astio e indifferenza favorevole per procedere al massacro di milioni di ebrei, impuri e scartati dall’ideologia della razza. Nei forni crematori bruciavano milioni di corpi innocenti e milioni di coscienze colpevoli. Si, noi umani possiamo essere capaci di tutto nel bene e nel male. In quei campi luciferini di annientamento, dove era l’uomo ?
Ecco perché abbiamo bisogno di quel Dio inchiodato sulla Croce. Quel Dio che fattosi Uomo non assunse i criteri della potenza della forza ma che scegliendo il sacrificio di se indicò la potenza redimente del perdono, della misericordia che riscatta, illumina e salva il lato oscuro demoniaco che è in noi.
Siamo fatti a sua immagine e somiglianza e siamo sempre, ogni giorno, al bivio tra il bene e il male. Tra la pace e la guerra, che sia tra le pareti delle nostre case o nei rapporti fra le nostre comunità e stati. Ogni giorno siamo chiamati a scegliere. Odiare o perdonare, vivere o morire.
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