Siamo il capro espiatorio dei mali dell’Europa?

La nostra diga economica, che sino a qualche mese fa assicuravano i nostri governanti, doveva essere salda grazie agli ottimi fondamentali macroeconomici (forte struttura industriale, alte esportazioni, risparmi delle famiglie ok, banche italiane uniche al mondo a sopportare autonomamente la crisi finanziaria del 2008, conti in regola ecc …), dicevo la nostra diga da impenetrabile adesso … tracima! Il bollettino dello spread bund-btp (non è una delle tante anonime partite di champions leage bensì il differenziale tassi interesse italiani e tedeschi) ricorda quello della protezione civile che misura la piena dei fiumi prossimi a straripare.

Abbiamo superato nei giorni scorsi il livello di guardia (oltre il 7%). Il paese è nel fango e la nostra classe politica che fa? Lotta senza esclusione di colpi per gestire il potere che cambia. Che cambia? Forse? Adesso L’UE, la BCE, il FMI ci mancano la UEFA e la FIFA ci chiedono di fare in 15 giorni quello che non abbiamo fatto in decenni. E noi che facciamo? Mandiamo una bella lettera ai capi europei assumendoci impegni irrealizzabili. Tutti dicono bravi e noi, da buon italiani, facciamo finta di metterci al lavoro. Loro (gli europei) che fanno? a) Non ci credono alla lettera dei sogni b) mandano un questionario. Noi rispondiamo al questionario come a quello del censimento. Tutto finito? E no! Lo spread si impenna e i titoli italiani affondano! E’ davvero curioso osservare questa partita fra lettere che compongono le parole e le promesse pronunciate da chi ha grandi responsabilità, parole che sembrano finire al vento, vento che non fa altro che levigare e poi usurare la diga (nell’epoca digitale occorre poco tempo per deteriorare la diga!). Dicevo la partita fra lettere e numeri; le parole non rassicurano i numeri e vendite a valanga fanno precipitare spread, borse ed indici finanziari. Anonimi circoli di strette oligarchie, poche persone potentissime che detengono fortune finanziarie inimmaginabili decidono la nostre sorte: hanno detto che si dimette? Non basta. Giù valanghe di vendite e quattrini che vanno in fumo. Si dimette? Allora è vero! E via che le borse di mezzo mondo risalgano la china. I politici di un paese dicono: “faremo questo” i circoli delle potenze finanziarie rispondono senza proferir parole usano il linguaggio dell’algebra: “+” se gli piace “ – “ se no gli garba!

E’ la prima volta nella storia che a conquistare un paese non sono i bruti stranieri (cartaginesi, austriaci, francesi, tedeschi) in divisa di militare armati sino ai denti.

Basta un meno a due cifre a far tremare un governo, un paese, una nazione! Basta un clic di un mouse mosso da un dito potente ma invisibile a cambiare le sorti della storia di un paese! L’era globale stupisce sempre più! Ha ragione Fitoussi, economista francese ex consulente di Tremonti: siamo il capro espiatorio di tutti i disastri europei! Si perché i nostri amici tedeschi e francesi si sono convinti che mentre loro lavorano duramente e lo dovranno fare sino ai 67 anni, e mentre gli operai della Wolkswagen si sono ridotti lo stipendio per difendere il posto di lavoro, gli italiani, invece, viziosi di natura, facevano il bunga bunga, i festini, le pernacchie e i maramao, andiamo in pensione dieci anni prima dei tedeschi e i soldi pubblici servono per corrotti e corruttori. Se così si comportavano i capi, figuriamoci i sudditi! E’ questo l’immaginario europeo! Da luglio ad oggi il Parlamento italiano ha varato diverse manovre finanziarie. Ma a furia di virare di 90 gradi in 90 gradi, per matematica virtù, ci ritroviamo al punto di partenza. Dicono gli esperti europei: serve ancora una manovra aggiuntiva. Sono convinto che di mese in mese ci vorrà sempre una manovra aggiuntiva. Insomma la festa è finita, la dobbiamo pagare!

Se Mario Monti ce la farà, a varare un nuovo governo (lo speriamo in molti) ci attendono provvedimenti severi, ma la speranza è che siano equamente distribuiti con la certezza di iniziare a chiedere sacrifici da chi ha accumulato montagne di privilegi economici e finanziari. Consentitemi un ultima battuta: se ci troviamo qui, in questa difficile situazione, la colpa è degli italiani onesti! Si è di coloro che si sono ritirati, perché nauseati da certe pratiche e da questa insopportabile situazione politica. Ha ragione Bagnasco è ora di tornare alla vita pubblica, alla difesa e alla promozione del Bene Comune. Facciamolo e presto!

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