Governo Monti, non solo di PIL vive l’uomo…

Dunque Mario Monti ha presentato la lista dei ministri. Ci attendono provvedimenti severi, ma la speranza è che siano equamente distribuiti con la certezza di iniziare a chiedere sacrifici da chi ha accumulato montagne di privilegi economici e finanziari. Credo che sta cambiando il clima sociale e politico. Mi ha stupito un sondaggio: l’80% delle persone sono pronte a fare la propria parte, purché ci sia, come auspicato, equità e maggior giustizia nella distribuzione dei prelievi. Le persone sono disponibili a dare il proprio contributo a condizione che finalmente si possa raddrizzare la baracca. La classe politica sarà costretta ad adeguarsi a questa esigenza che non è ne di sinistra ne di destra bensì della gente, della nazione. Forse è finita la stagione del muro contro muro, della politica con il solo fine di mettere in scena gli antagonismi, i conflitti, le differenze, senza giungere ad alcuna sintesi se non la difesa e l’allargamento dei privilegi di pochi. Gli italiani, almeno per un periodo, sono chiamati a mettere da parte le proprie convinzioni, il proprio orticello, per pensare più in grande. La fatica non sarà solo quella di accettare i sacrifici che Monti ci chiederà, ma anche di superare il naturale dualismo che accompagna le opinioni di casa nostra: guelfi contro ghibellini, bianchi contro neri, milanisti ed interisti, pro o contro Mister X … Insomma dobbiamo indossare la maglia della nazionale con la consapevolezza che quando lo facciamo, allora non ci batte nessuno! Sono convinto che ce la faremo, perchè l’Italia ha energie, risorse, intelligenze che ci accompagneranno fuori dal tunnel.

E’ venuto il momento che i rappresentanti di queste virtù si mettano in mostra. Non solo. Abbiamo una grande occasione testimoniata dall’incontro che Monti ha fatto con i rappresentanti del Terzo settore. E’ arrivato il momento di trovare la forza per dire che “non solo di PIL vive l’uomo” cioè di portare nei luoghi appropriati le idee che il mondo del sociale e cooperativo, della Caritas, del Terzo Settore hanno elaborato in questi anni di crisi. Andrea Olivero – coordinatore del Forum del Terzo Settore – ha ricordato a Monti la necessità di sistemare i provvedimenti del luglio scorso che hanno penalizzato il mondo cooperativo e di riformare il welfare senza l’ansia di dover far cassa ad ogni costo, ma di salvaguardare le fasce più deboli. C’è poi la proposta di Caritas di Lombardia del salario minimo d’ingresso quale strumento di lotta alla povertà.Siamo convinti che questo governo ha la consapevolezza e la cultura per evitare provvedimenti che possano mettere a repentaglio la coesione sociale. Saranno “sberle” e “carezze”: da una lato sarà tolto, dall’altro restituito. Sono convinto che, rispetto al passato, ci saranno innovazioni sia nel modo di governare che nel dialogo con i cittadini.

Infine il dibattito sulla crescita. Confermo il monito di non incoraggiare il consumismo quale volano di crescita economica. Siamo dentro una crisi epocale, una crisi di civiltà, siamo entrati in una transizione forse lunghissima, che durerà anni, forse decenni, e che ci condurrà verso nuovi lidi, mete ancora avvolte nella nebbia del futuro. Sono opinioni pronunciate in molti convegni da studiosi di Economia come Stefano Zamagni, Luigino Bruni. Il passato non ritorna. Sappiamo che serve più solidarietà, collaborazione, mutualità, più cultura, più arte, più bellezza, più sostenibilità ambientale e sociale. Alcune persone hanno deciso di lavorare per migliorare le relazioni umane e famigliari, si pensa sempre più che la stima di se non si realizza con un abito firmato, una bellissima auto, ma occorre altro. E’ su questo “altro” che possiamo iniziare a discutere e poi collaborare per formulare un nuovo modello di crescita economica la cui pietra angolare sia la convinzione della difesa della dignità e del livello di vita dei più deboli.

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