Guerra (allo spread): dopo super-IMU e tagli al welfare in arrivo il prestito forzoso?
Cosa succede quando una famiglia è indebitata in modo patologico come lo è lo Stato italiano? Semplice e complicato al tempo stesso: o dichiara default e tanti saluti ai creditori, oppure si va dal parroco e nei centri di ascolto caritas, oppure, se si vuole o si può, scatta un sussulto di dignità e si mette in campo un piano per risanare e ripartire. Quest’ultima strategia, il piano di risanamento, è quella scelta da Monti e, sono sicuro, approvata da tanti italiani. La speranza in questi mesi di sacrifici è stata quella di abbassare il famoso spread. Invece i costi di rifinanziamento del debito rimangono alti. E’ come se una famiglia per ripagare i suoi debiti debba indebitarsi continuamente a tassi via via crescenti. Una follia per una famiglia che cerca di vivere con dignità e offrire un futuro ai propri figli! Eccoci invece a combattere la guerra dello spread, con tanti apprezzamenti per la nostra politica e per Monti, ma con scarsi successi sul fronte dei tassi. In queste ore viviamo la speranza di un intervento massiccio di Draghi e della BCE e siamo in attesa di notizie con la stessa ansia con cui seguiamo i nostri atleti alle olimpiadi. Sono convinto che questo intervento ci sarà anche a costo di tensioni e conflitti con la Germania e della sua banca centrale, la Buba.
Ma la strategia di Draghi non è risolutiva. Servirà un azione forte e coraggiosa, uno slancio di dignità e un sussulto di orgoglio nazionale. Quale? Se in Italia, come affermano le statistiche, abbiamo risorse finanziarie pari al 175% del PIL ebbene perché non pensare di intervenire senza traumi ma con saggezza e chiedere un contributo capace di smorzare le tensioni sullo spread? Ad esempio chiedendo ai cittadini italiani e alle banche, di impiegare, sia volontariamente sia in modo forzoso, una parte dei propri risparmi in titoli di stato emessi e convertiti a “tassi tedeschi”. Al riguardo di proposte intelligenti non mancano. Io penso che molti italiani sarebbero pronti a discutere purchè sia una mossa risolutiva ed apra prospettive migliori per il futuro. Non solo. Questo ulteriore sacrificio può esser chiesto e realizzato a patto di rimuovere le cause che ci hanno condotto a questa situazione. Anzitutto dovrà esserci un nuovo patto fra Cittadini e Politica. In questi giorni di sofferenza economica i partiti dibattono su future alleanze e meccanismi elettorali, cioè discutono su come arrivare e gestire il “dopo Monti” e poiché dicono poco e nulla su quel che faranno una volta giunti nella stanza dei bottoni, la sensazione è che i futuri governanti continueranno a fare quel che sempre han fatto: gestire il potere, gestire il consenso. Parentesi: la discussione politica si articola come se nulla fosse accaduto e Monti fosse lì per caso. Se dobbiamo metter a posto il debito con una cura in dosi da cavallo la Politica dovrà, secondo me, offrire le seguenti garanzie: attivare politiche forti (senza se e senza ma) di lotta alla corruzione, alla criminalità, all’evasione fiscale; scegliere strategie efficaci di contenimento delle diseguaglianze fra i redditi; diminuire i costi della Politica e optare per la regola che ciascun deputato potrà al massimo essere eletto per due legislature non di più. Realizzare una saggia e autentica riforma della spesa pubblica che culmini con la regola che i servizi vanno pagati in base a reddito e patrimonio e che questi servizi offrano una efficienza a livello europeo. La trasparenza di tutti gli atti della Pubblica Amministrazione.
Se i partiti vecchi e nuovi avviassero una seria riflessione su quanto accaduto nel ventennio post tangentopoli sono convinto che chiederebbero a Monti, grazie alla sua intelligenza e al suo prestigio, di proseguire anche dopo nell’opera di risanamento economico e morale di cui abbiamo bisogno. Infine, alla società e all’economia spetta un compito morale e culturale decisivo: far proprio l’appello del Cardinale Tettamanzi ed incamminarsi verso un’epoca di solidarietà e di sobrietà.
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