La fraternità criterio per un’economia più equa

Pace è una parola composta da due consonanti e due vocali. Le consonanti sono la materia, le vocali lo spirito. L’essere umano ha quindi in sé la pace, ne è grembo e artefice. Se non facciamo la pace infatti non stiamo in pace con la nostra coscienza. Lo sappiamo fin da bambini quando dopo i litigi con amici, fratelli e sorelle, i genitori ci invitano a fare la pace per asciugare le lacrime e ritrovare la serenità. Lo sappiamo da adulti perché se nelle nostre relazioni familiari si rompe l’armonia soffriamo e sentiamo la necessità di ricostruire la concordia. Certo non è facile fare la pace perché diventando adulti il cuore a divenire prigioniero del nostro io, del nostro individualismo, egoismo ed indifferenza. Non è facile perché per fare la pace dobbiamo essere disponibili ad ascoltare ed accogliere l’altro, a comprendere, perdonare e a chiedere scusa.

Non è semplice costruirla nelle nostre case, nei posti di lavoro, nella politica e persino nelle nostre comunità. Insomma fare la pace è un processo continuo di conversione del cuore. Il cantiere della pace è la nostra anima. A questo in primis ci richiama il messaggio di Papa Francesco in occasione della Giornata Mondiale della Pace: “ la fraternità è una dimensione essenziale dell’uomo .. senza di essa diventa impossibile la costruzione di una società giusta, di una pace solida e duratura. La fraternità si comincia ad imparare in seno alla famiglia, soprattutto grazie ai ruoli responsabili e complementari di tutti i suoi membri, in particolare del padre e della madre. La famiglia è la sorgente di ogni fraternità e perciò è anche il fondamento e la via primaria della pace, poiché, per vocazione, dovrebbe contagiare il mondo con il suo amore”.

Un invito incalzante a costruire relazioni umane fraterne nella quotidianità dei nostri rapporti. La fraternità ispira il “dovere di solidarietà, che esige che le Nazioni ricche aiutino quelle meno progredite, il dovere di giustizia sociale, che richiede il ricomponimento in termini più corretti delle relazioni difettose tra popoli forti e popoli deboli e il dovere di carità universale, che implica la promozione di un mondo più umano per tutti senza che il progresso degli uni costituisca un ostacolo allo sviluppo degli altri”. La fraternità è l’antidoto contro la guerra e la corruzione, il criterio per una economia più equa. Dobbiamo inoltre oggi riconciliarci con il creato, con l’ambiente la cui cura ci è stata affidata per il bene di tutti nell’ambito di una concezione di ecologia umana la quale riconosce che la natura ha sue leggi e un ordine che noi non possiamo possedere. Lo sviluppo eco sostenibile è la sfida del secolo.