Diotallevi: “Un Sì al referendum per uscire dalla palude”
LE RAGIONI DEL SÌ – «La domanda che dobbiamo farci sul pacchetto di riforme costituzionali è se nell’insieme ci convengono».
LE RAGIONI DEL SÌ – «La domanda che dobbiamo farci sul pacchetto di riforme costituzionali è se nell’insieme ci convengono».
Nelle maggiori organizzazioni di ispirazione cristiana sui territori si registrano già molte iniziative sul referendum volte all’informazione ed alla formazione di un giudizio personale ragionato e consapevole da parte dei singoli cittadini, anziché a dare indicazioni di voto per il Sì o per il No.
“Romanzo di una strage” e “Diaz” servono, al di là delle opinioni dei critici, a cominciare a fare i conti collettivamente con l’arroganza del potere. Grazie anche a tanti uomini e donne che hanno remato controcorrente.
Oscar Luigi Scalfaro: un politico con un inarrivabile senso dello Stato; un cattolico a tutto tondo impregnato di grande laicità; un uomo di grande valore che ha portato molti giovani a conoscere ed amare la Costituzione repubblicana.
Nel 2007, poco prima di morire, Giuseppe Alberigo – noto fra l’altro come insuperabile storico del Concilio Vaticano II – indisse un incontro per valutare la situazione della Chiesa e della società in Italia, e la responsabilità dei cattolici laici. L’anno successivo, per iniziativa del teologo Giuseppe Ruggeri, si autoconvocò …
Va riaffermata «l’esigenza che la legislazione elettorale si collochi in linea con la libera espressione degli orientamenti culturali e politici promananti dalla società, più che diventarne la catena o il giogo».
Per ricercare un rapporto equilibrato tra le giuste esigenze del miglioramento degli standard di governabilità del sistema e la capacità rappresentativa può essere utile riflettere, senza assolutizzarle, su due esperienze straniere. Quella spagnola e quella tedesca.
Aggiungere la centralità del Parlamento nell’art. 1 della Costituzione, come secondo elemento fondativo della Repubblica dopo il lavoro è una proposta da respingere in toto. Il rischio è di aprire lo spazio alla dittatura della maggioranza parlamentare, qualcosa di totalmente contrario ad un’autentica democrazia.