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Cattolici e politica

L’annuncio delle dimissioni e un sistema politico impreparato

La prospettiva di imminenti elezioni anticipate rischia di congelare e prolungare l’incompiutezza del nostro sistema politico anziché aiutare a risolverla.
Dopo Berlusconi, auspicabile un governo che rassicuri e regoli, per quanto di sua competenza, i mercati e che porti al voto anticipato con una nuova legge elettorale.
Per i cattolici è il momento di una straordinaria assunzione di responsabilità soprattutto per sostenere dal basso la riforma e il governo dell’economia.

Dopo Todi un impegno comune: superare il maggioritario

Il berlusconismo esige certo una risposta sul piano etico e culturale, ma per essere superato implica anche una iniziativa sul piano del modello istituzionale e di quello della legge elettorale.
Il contributo al superamento del maggioritario, per consolidare un bipolarismo fondato sulla diversità dei progetti politici, in questa fase è il miglior servizio che forze diverse di orientamento cattolico potrebbero fare al Paese, senza rimettere in discussione il loro legittimo pluralismo e senza pensare a nuovi partiti.

Prima e dopo Todi

Il soggetto che nascerà, anche se si trattasse (per quanto improbabile) di un partito politico non potrà reclamare per sé la rappresentanza di tutti i cattolici. Perché, come ha scritto il filosofo cattolico Franco Totaro, il rischio sempre in agguato è quello del “guelfismo”, per cui chi sceglie di non seguire l’opzione “consigliata” si ritrova in una posizione “di serie B” rispetto a tutti gli altri.