Dalla Segre a La Russa, vincono libertà e democrazia, la Costituzione antifascista
È umano provare sconcerto e amarezza eppure oggi invece vince la libertà, la democrazia e l’antifascismo. Vince la Costituzione.
È umano provare sconcerto e amarezza eppure oggi invece vince la libertà, la democrazia e l’antifascismo. Vince la Costituzione.
Ci sono “partiti” che non fanno tesseramento, non svolgono congressi locali e nazionali, non discutono la linea politica nelle direzioni, tutto viene deciso dai capi e dai loro amici fedeli.
Ciò impedisce ai più di partecipare attivamente alla vita politica.
La Repubblica Italiana infatti esprime una concezione temperata dello stato. Lo stato non è originario e onnipotente, esso viene collocato agli antipodi dell’assolutismo hegeliano e delle sue terribili realizzazioni storiche. Lo stato viene dopo la società civile. Il diritto naturale, la persona, la famiglia e tutti i corpi intermedi preesistono all’autorità statale, che li “riconosce” e li coordina in armonia e in modo sussidiario.
Ancora una volta le ragioni costituzionali, cioè i valori e i principi della nostra Costituzione, sono al centro del dibattito politico ed istituzionale del nostro paese. Certo, mai avremmo immaginato di trovarci in una situazione del genere. Come mai avremmo pensato che la figura del Presidente della Repubblica diventasse l’oggetto …
Questa non è una crisi di governo ma di sistema. Una crepa aperta dall’insipienza e dall’irresponsabilità di chi, in pieno contrasto con le regole costituzionali, ha immaginato di poter forzare la mano al Presidente della Repubblica. Ben note erano le riserve che Sergio Mattarella aveva, non certo nei confronti della …
Settanta anni fa, il 1° gennaio 1948, entrava in vigore la Costituzione, nella quale sono inscritti i principi e le regole della nostra convivenza civile. Un testo mirabile, perennemente fresco, nel richiamo di quei valori decisivi su cui fonda il nostro vivere insieme come cittadini e come comunità nazionale. Fu …
LE RAGIONI DEL NO – «Il referendum si trasforma in una specie di plebiscito sul programma costituzionale “complessivo” della maggioranza politica».