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Libia

Libia, la voce della politica non il fragore di altre bombe

Una richiesta che avrà più forza nella misura in cui tanti cittadini, associazioni della società civile, proveranno a sfidare il generale agosto, facendo sentire la propria voce e manifestando la loro contrarietà al coinvolgimento dell’Italia in una operazione militare che finirà per peggiorare le cose sul territorio libico ed espone l’Italia a rischi maggiori.

L’intervento in Libia, sconfitta per tutti

É bene guardare in faccia alla cruda realtà di una politica internazionale che negli ultimi anni non ha saputo far altro che intervenire militarmente per risolvere questioni che non ha avuto modo di affrontare in termini pacifici e diplomatici.
Nonostante lo schermo morale dell’ingerenza umanitaria a difesa dei più deboli, continuo a ritenere che la guerra sia una sconfitta e che la vita umana valga più di ogni considerazione di realpolitik.

La fine di bin Laden e la guerra di Libia

Se la fine del re dei terroristi sancisce il tramonto della dottrina dello scontro fra civiltà, ci si deve chiedere cosa seguirà. Ed è in questo nuovo quadro che va inserita la questione del conflitto in corso in Libia.
Fatichiamo a rispettare la lettera dell’articolo 11 della Costituzione, forse perché non sappiamo più comprenderne lo spirito.
Un errore politico e strategico il voto favorevole alla guerra in Libia di Partito Democratico ed Unione di Centro.

Libia: un intervento che suscita grandi perplessità

Alla luce dell’art.11 della Costituzione il dilemma su questa guerra rimane. È indispensabile prendere coscienza che il dubbio esiste ed avere il coraggio di guardare in faccia queste contraddizioni. Spesso, convinti di essere nel giusto, si compiono misfatti contro le persone, nella convinzione di aver soddisfatto un principio.

Guerra di Libia: l’impasse di Pd e centristi

Forse qualche dubbio, qualche interrogativo in più ed una diversa sensibilità su questa nuova guerra, tra i vertici di Pd e centristi gioverebbe alle opposizioni e toglierebbe alle forze di governo, non particolarmente credibili per recitare la parte, l’esclusiva delle perplessità sulla continuazione del conflitto.