La condizione degli uomini in Italia presenta sintomi da non sottovalutare
La situazione degli uomini italiani è peggiorata, riflettendo la tendenza generale della società nel tempo della crisi. L’Eurispes ha svolto una ricerca che traccia un ritratto della società maschile in cui si fanno sentire le differenze generazionali. I giovani sono più incerti rispetto al futuro, poco soddisfatti della propria posizione lavorativa e più pessimisti riguardo alla loro situazione economica. Solo un lavoratore su due riesce a dare stabilità alla propria famiglia con il lavoro. Per buona parte del campione maschile intervistato dall’Eurispes la situazione economica del Paese è rimasta pressoché stabile (41,5%), anche se i pessimisti che vedono un peggioramento superano quanti hanno percepito dei miglioramenti. Nel complesso, sono i giovani tra i 18 e i 24 anni ad avere una visione più pessimista sull’andamento dell’economia del Paese (il 27,7% ha avvertito un netto peggioramento).
4 lavoratori su 10 di età compresa tra i 18 e i 25 anni, affermano di non poter progettare “per niente” il proprio futuro. E sempre tra i giovanissimi si riscontra la percentuale più elevata di quanti si sentono “molto” costretti a dover cercare un nuovo impiego (20%), valore che scende progressivamente nelle fasce d’età successive. La situazione è migliore sul dato complessivo, con le fasce d’età più anziane, a conferma del fatto che l’Italia si sta progressivamente impoverendo a partire dalle nuove generazioni.
Poco meno della metà del campione (48,8%) si sente “abbastanza” tranquillo nel sostenere spese importanti (mutuo, automobile, casa), ma non è trascurabile il 30,7% che dichiara di potersi permettere poco questo genere di spese. Riesce a garantire “abbastanza” sicurezza alla propria famiglia grazie al lavoro svolto solo il 49,3% dei rispondenti, mentre il 30,5% ritiene di dare poca stabilità alla famiglia, il 9,7% “per niente” ed il 10,5% “molto”. Arrivare a fine mese risulta prevalentemente poco difficile (37,4%) e abbastanza difficile (33,2%).
Sul posto di lavoro gli uomini soffrono particolarmente i pesanti carichi di lavoro (52,4%), ma lamentano anche la mancanza di tempo da dedicare a se stessi (48,5%) e la scomodità degli spostamenti casa-lavoro (46%). Quasi 4 su 10 (38,8%) non riescono a conciliare lavoro e famiglia, 3 su 10 ritengono che i propri diritti siano scarsamente tutelati, il 27% è preoccupato dell’insicurezza del posto di lavoro, un quarto degli intervistati (25,8%) della precarietà del contratto. Circa un italiano su 5 (20,2%) deve fare i conti con l’irregolarità dei pagamenti.
Il 23% degli uomini nell’ultimo anno è stato costretto a svolgere un doppio lavoro, quasi 2 su 10 (19,1%) a lavorare senza un contratto e il 20,8% a svolgere lavori con qualifiche inferiori rispetto alle proprie competenze.
Le mancate retribuzioni ottengono il primato tra le cause di abbandono del posto di lavoro: il 13,6% lo ha fatto, a questo si aggiunge il 16,1% di chi ha pensato di farlo, per un totale del 29,7%. L’assenza di un contratto ha spinto il 12,2% degli intervistati a lasciare il lavoro e il 9,1%, pur non avendolo fatto, ci ha pensato.
Solo un uomo su tre arriva a fine mese senza grandi difficoltà mentre ben il 45,6% degli uomini afferma di dover attingere ai risparmi per arrivare a fine mese. Poco più di un quarto degli intervistati (22,2%) riesce a risparmiare; affrontare spese mediche mette in difficoltà il 19% degli italiani e pagare le utenze il 28,5%. Fra quanti sostengono le spese di un mutuo, il 32,7% riscontra difficoltà nel sostenere la rata, mentre per il 47,7% di quanti pagano un canone di affitto questa spesa risulta faticosa da affrontare. Gli uomini che vivono da soli sono quelli che si ritrovano più frequentemente a dover utilizzare i risparmi per arrivare a fine mese (52,9%), seguiti da quanti vivono in coppia ed hanno figli (45,5%) e dai monogenitori (44,7%), mentre chi ha un partner, ma senza figli attinge ai risparmi nel 35,8% dei casi. Sei su dieci non riusciranno a risparmiare nel corso dell’anno
Agli uomini intervistati è stato poi chiesto se nell’anno passato si sono trovati nelle condizioni di ricorrere ad alcune soluzioni per far fronte ai problemi economici. La situazione più comune è il ricorso al sostegno economico della famiglia di origine che ha riguardato circa un terzo del campione (33,7%), segue la richiesta di aiuto ad amici/colleghi ed altri parenti (16,5%), mentre ad essere tornato a vivere con la famiglia d’origine o con i suoceri è l’11,7% degli uomini italiani e uno su dieci ha chiesto soldi in prestito a privati essendo loro precluso l’accesso ai prestiti bancari.
Su lavoro, risparmi, indipendenza economica, fiducia nel futuro dall’universo maschile italiano si ha la conferma di una società sempre più divaricata fra una minoranza che sta ancora bene e una maggioranza che avverte i vari effetti di una lunga fase di depressione economica che, in assenza di adeguati correttivi, farà sentire i suoi effetti nel tempo anche sul piano sociale e su quello politico.
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