Moncalieri: l’ultima sezione Popolare in Italia
“Servire, non servirsi”, partire da questa citazione di don Luigi Sturzo è utile per comprendere come, a distanza di cento anni dalla fondazione del Partito Popolare Italiano, l’orgoglio di essere liberi e forti non sia mai venuto meno, neanche nei momenti più difficili perchè conservato grazie al valore, a volte sbeffeggiato, dell’autonomia spesso confuso con il velleitarismo dietro cui si è nascosto l’alibi per disperdersi alla ricerca degli strapuntini che oggi hanno condotto ad una generale irrilevanza. Scioglimenti e dispersioni, ad una analisi attenta, hanno portato con sé la sensazione della cedevolezza al servirsi degli strumenti della democrazia perdendo la libertà data dalla propria identità e la forza radicata nelle proprie radici.
E’ da questo senso di appartenenza ad una grande storia che l’ultima sezione Popolare ancora esistente in Italia, a Moncalieri, in provinca di Torino, si appresta a ricordare i propri cento anni di esistenza ininterrotta. La sezione, infatti, dopo la propaganda sul territorio del torinese Giuseppe Sansalvatore fin dal 16 marzo, nacque formalmente il 30 aprile 1919 grazie all’impegno del Sindaco Masera e del dr. Arduino con il sostegno fondamentale del Prevosto della Collegiata di Santa Maria della Scala ed in essa confluirono, i due gruppi costituzionali esistenti in città che si erano presentati alle elezioni politiche ed amministrative dell’anteguerra. Va ricordato che a Moncalieri, fin dal 1906 esisteva un gruppo democratico-cristiano. La nuova sezione del Ppi ottennè il riconoscimento ufficiale dal livello nazionale poco prima del I° Congresso Nazionale di Bologna. Proprio Felice Masera fonda quasi subito l’organo ufficiale dei popolari, il “Corriere Moncalierese”, settimanale che usciva il venerdì, giorno di mercato.
L’attività della sezione procede attraverso serrati confronti tra le diverse sensibilità in essa presenti e che rispecchiavano quelle torinesi e, più in generale, quelle nazionali, fino all’avvento della dittatura fascista. Ci fu ancora il tempo nel 1925, prima dell’arrivo del Podestà, dell’approvazione da parte del consiglio comunale, poi sciolto, per acclamazione di Cristo quale Divin Consigliere, simbolo di fraternità e lotta contro le violenze.
La sezione moncalierese formalmente non sparisce ma riemerge con molti suoi uomini alla fine del secondo dopo guerra con la trasformazione in Democrazia Cristiana che, partecipando alle elezioni comunali del ’46 vince potendo eleggere nel nuovo consiglio comunale il Sindaco nella persona di Mario Becchis, poeta e pittore, che guiderà la ricostruzione rimanedo alla guida della Città per quattordici anni (e per due mandati sarà capogruppo della DC). I democratici cristiani rimarranno in maggioranza fino al 1975 con i Sindaci Guido Scaglione, Edoardo Calleri di Sala, Giuseppe Riva mentre passano all’opposizione, guidati come capogruppo dall’on. Giovanni Porcellana, già Sindaco di Torino, dall”80 all”85. Tornano in maggioranza, con sindaco socialista, nel 1985 guidati dall’on. Silvio Lega, vice segretario nazionale.
La situazione complessa degli anni novanta colpisce anche la situazione moncalierese: l’amministrazione iniziata nel 1990, in cui la DC era in maggiornaza, si conclude anzitempo nel 1993 con il commissariamento prefettizio di Moncalieri. Intanto viene introdotta la nuova legge elettorale per i comuni a doppio turno. La sezione moncalierse della DC segue la linea del rinnovamento nella continuità o meglio del “ricominciamento” del segretario nazionale Mino Martinazzoli ed affronta la tornata amministrativa del 21 novembre 1993 sotto l’insegna dello scudocrociato e la dicitura Popolare candidando sindaco Giovanni Porcellana che ottiene, pur tra mille difficoltà, un abbondante e lusinghiero 17% che lo riporta sui banchi del consiglio comunale all’opposizione della maggioranza di sinistra uscita vincitrice nel ballottaggio con la Lega Nord. Intanto Martinazzoli lancia l’appello “a quanti hanno passione civile” il 18 gennaio 1994 e torna al nome di Partito Popolare Italiano: Moncalieri aveva precorso i tempi!
Molti non seguono questa strada ed abbandonano la sezione (siamo nel momento della nascita del CCD) che intorno a Porcellana torna pienamente operativa anche grazie alla segreteria di Giacomo Gallo ed all’arrivo, in particolare dal mondo parrocchiale, di un bel gruppo di giovani. Si giunge allo scontro nazionale del 1995 che vede fronteggiarsi, dentro il partito, la linea del nuovo segretario nazionale Rocco Buttiglione e quella che porterà alla elezone a segretario di Gerardo Bianco. Nella spaccatura che ne consegue la sezione di Moncalieri rimane fedele alla linea popolare e solo pochi esponenti seguono Buttiglione nel neo costituito CDU a cui viene attribuito l’uso dello scudocrociato.
Nella tornata del 1998 il PPI, pur in presenza dell’alleanza nazionale dell’Ulivo e delle pressioni degli organi provinciali e regionali, si presenta da solo per rivendicare la propria autonomia portanto sui banchi dell’opposizione un proprio consigliere. Nel mentre la sezione fu intitolata al suo primo segretario del secondo dopo guerra il dott. Alfredo Rista.
Il 2002 vede la nascita de La Margherita costituita da PPI, UDEUR, I Democratici, Rinnovamento Italiano: va sottolineato a tal proposito che senatore del collegio è il popolare prof. Alberto Monticone, storico, già Presidente Nazionale dell’Azione Cattolica e tra i fondatori di “Carta ’93” per il rinnovamento della DC, la cui linea politica viene seguita dalla sezione.
Nelle elezioni amministrative proprio del 2002 si presenta il simbolo della Margherita con all’interno, a mo’ di federazione elettorale, i simboli dei partiti fondatori. Capolista è il segretario politico, ossia – e mi permetto di passare alla prima persone – chi scrive che viene eletto in consiglio comunale in maggioranza. Intanto la sezione si esprime contro lo scioglimento del PPI decretato dal congresso nazionale seguendo la linea espressa dal sen. Monticone e dall’on. Bianco ritenendo fondamentale mantenere viva una presenza organizzata ed autonoma laica di ispirazione cristiana. La sezione, conseguentemente non passa alla Margherita ma continua la sua attività autonoma costituendosi in associazione popolare per mantenersi pienamente in continuità con la propria storia e presenza.
Non furono certo momenti semplici: fui indicato come delegato al congresso fondativo proprio de La Margherita dove Monticone si espresse contro abbandonando la sala, mentre io fui tra i pochi che votò contro tale nascita. La conseguenza fu la mia uscita dal gruppo consiliare de La Margherita e la confluenza nel gruppo misto-Popolari come capogruppo. Nel 2004 Monticone, Bianco e l’on. Duilio fondarono, di fronte anche all’inattività dell’associazione nazonale dei Popolari che doveva nascere secondo i deliberata dell’ultimo congresso nazionale del PPI, il movimento nazionale “Italia Popolare-Monvimento per l’Europa” a cui la sezione moncalierese ha aderito fungendo da segreteria organizzativa nazionale e diventando punto di riferimento di tanti amici in giro per l’Italia. Proprio per dare senso a tale linea, ad esempio, ci fu una memorabile serata di riflessione politica con l’on. Mino Martinazzoli il cui intervento partì dalla figura evangelica del servo inutile.
Nel 2006 la sezione registra il gonfalone popolare presso il Ministero dell’Industria come marchio tutelato. Sotto queste insegne i Popolari si presentano da soli, con nel simbolo anche quello dell’”Italia di mezzo” dell’on. Marco Follini, alle elezioni del 2007 ritenendo le condizioni politiche per stringere alleanze inesistenti: non si riesce a portare nessun esponente in consiglio ma la valutazione fatta si rivela corretta perchè tale amministrazione si chiude anzitempo dopo due anni con un nuovo commissariamento prefettizio. Alle elezioni del 2010 i Popolari, con nel simbolo, a fianco al gonfalone anche lo scudocrociato dell’UDC con cui si era stretto un accordo politico, si presentano di nuovo in autonomia stringendo al secondo turno un’alleanza con il centro-sinistra e rientrando in aula in maggioranza con il sottoscritto di nuovo capogruppo dei Popolari. Venute meno le ragioni di tale intesa, pur sapendo le difficoltà del momento storico per una presenza cattolica autonoma, ancora una volta i Popolari nel 2015, per mantenersi liberi e forti, affrontano con coraggio la nuova avventura elettorale e si presentano col gonfalone da soli, aumentando la propria pecentuale di voti ma non riuscendo a rientrare in consiglio comunale fino al 2018 con l’arrivo di un consigliere comunale con cui inizia una collaborazione bella fondata innanzitutto sulla virtù dell’amicizia e sul riconoscimento della reciproca serietà. Follia? Forse un pizzico ma senza di essa non ci sarebbe una storia che continua da cento anni!
Questa è una piccola storia di provincia, tratteggiata a grandi linee, impastata dall’impegno di una moltitudine di uomini e donne che hanno dedicato tempo ed energie per la propria comunità, per il bene comune, con generosità e senso del servizio. E’ un pezzo dentro quella storia iniziata da don Luigi Sturzo il 18 gennaio 1919 e che continua oggi, una continuità voluta, anche per non interrompere la trasmissione del testimone alle giovani generazioni, che si è cercato di rimarcare con la sagoma del viso del sacerdote siciliano nel logo eleaborato per festeggiare questo importante anniversario dell’ultima sezione Popolare d’Italia aderendo al richiamo al popolarismo sturziano per un rinnovato protagonismo politico dei cattolici fatto dal Cardinal Bassetti, Presidente della CEI. Insomma la nostra è una storia per il futuro!
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