Giovanni Bianconi: 16 marzo 1978

Tullio Ancora, collaboratore di Aldo Moro, e Luciano Barca, deputato Pci, da tempo si vedono quotidianamente e sono quasi diventati amici. Tengono i contatti tra il segretario comunista Enrico Berlinguer e lo statista democristiano, in vista della realizzazione della cosiddetta terza fase, la strategia morotea volta a portare il Pci al governo assieme alla Dc. C’è il timore che l’edificio faticosamente costruito da Moro si sfaldi perché il Pci non è rimasto affatto contento della composizione del governo: un monocolore allestito col solito bilancino correntizio senza quel minimo di cambiamento che i comunisti si attendevano. A quel punto il Pci potrebbe anche non votare la fiducia e la crisi di governo si riaprirebbe più complicata di prima.

Così la sera del 15 marzo 1978, attorno alle 23, i due si incontrano e Barca, quella sera riceve da Ancora l’ultimo messaggio del leader Dc da uomo libero: <<Non si cambi la linea decisa, passando sopra ai nomi di alcuni uomini. Moro si fa personalmente garante che il rinnovamento andrà avanti nonostante la lista di governo che ha dovuto tener conto di tutte le correnti della Dc>>. Il giorno dopo è previsto il dibattito parlamentare che dovrebbe condurre, con la nascita del quarto governo Andreotti, all’ingresso dei comunisti nella maggioranza parlamentare. Sarebbe la prima volta dal 1947, quando vi fu la rottura del fronte antifascista a causa della Guerra fredda.

Quello appena descritto è uno dei passaggi più interessanti tratti dal libro di Giovanni Bianconi, “16 marzo 1978 (edizione Laterza), che fa parte di una collana, in cui ogni volume è dedicato ad una delle dieci date che hanno fatto l’Italia. Tra esse troviamo il 5 maggio 1860 (spedizione dei Mille), il 25 luglio 1943 (caduta del fascismo), 25 aprile 1945 (Liberazione). Nella serie non poteva mancare la fatidica data del rapimento di Aldo Moro: 16 marzo 1978, che cambiò per sempre i destini del Paese. Evidente che il progetto moroteo, di portare i comunisti nell’area di governo, disturbasse molti centri di potere sia nazionali che internazionali. Vi era l’ostilità degli Stati Uniti, timorosi che l’Italia guidata da una maggioranza cattocomunista potesse divenire un Paese non allineato, una sorta di Jugoslavia nel campo occidentale. Altrettanto ostile era l’Urss che temeva che l’esperienza di un Partito comunista inserito nella maggioranza di un governo democratico, potesse indurre i Partiti comunisti dell’Est a seguire la stessa strada, verso il pluaralismo e la democrazia, sganciandosi dall’orbita sovietica. Tutto congiurava, dunque, a stroncare l’iniziativa di Moro. E così fu.

Il libro ricostruisce quindi i diversi momenti di quella tragica giornata. Ne scaturisce un resoconto puntuale e dettagliato, dell’istante dell’incredibile rapimento del leader democristiano, con l’assassinio dei cinque uomini della sua scorta, proseguendo poi con il rapido dileguarsi dei terroristi con in mano l’ostaggio e con le reazioni di una classe politica sotto shock. Bianconi ci fa entrare nel clima di quel tremendo e lontano giovedì di metà marzo, quando l’Italia intera fu scossa da un evento tanto feroce, quanto impensabile. Le varie fasi del sequestro, le accorate lettere del prigioniero e la drammatica conclusione del rapimento, rimangono sullo sfondo, poiché il volume, come per ogni data dell’intera serie, è incentrato in particolar modo sulla giornata prescelta. Naturale però che si accenni al resto: dalla sensazione di una scarsa incisività degli apparati dello Stato, con indagini che paiono svolgersi quasi a tentoni, alla conferma, sin dalle prime battute, della cosiddetta linea della fermezza. D’altronde, aprire una trattativa con chi aveva ammazzato a sangue freddo cinque agenti di polizia era davvero impensabile.

Poi il 9 maggio il tragico epilogo della drammatica vicenda con il corpo di Moro ritrovato in una Renault rossa abbandonata nel centro di Roma. Tutto era iniziato, 55 giorni prima, quel 16 marzo che Bianconi ripercorre fin nei minimi dettagli, ricordando il momento più buio della nostra storia repubblicana

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