Ancora su Adro: e se provassimo col boicottaggio?

Adro ormai lo conosciamo tutti, antico e ameno borgo di seimila anime nella Franciacorta bresciana divenuto famoso per  la  nuova scuola elementare statale agghindata con 700 soli delle Alpi leghisti dal vulcanico sindaco lumbard (eletto con il bulgaro consenso del 62%) Oscar Lancini. Il quale par bravissimo a far la voce grossa coi bambini, escludendo dal desco quelli che non pagano la retta (quasi tutti immigrati). Per non parlare della sua rozza volontà, finora ignorata, di servire carne di maiale a tutti, piccoli islamici compresi..

Scaricato da Bossi – ma non dai suoi concittadini, si badi bene – il patetico ras di Adro è riuscito nel capolavoro politico di compattare tutti, da Napolitano alla Gelmini, dai sindacati  ai dirigenti scolastici contro le sue iniziative discriminatorie. L’uomo oggi ha un problema serio, trovare 30 mila euro per ripulire la scuola dai simboli leghisti e salvare la faccia. E, se non trova un mecenate, vuole scaricare su tutti noi il costo delle sue pirlate, per dirla in slang. (sostituibile con buffonate, nda)

Vale la pena di accostare tanto zelo a quello dimostrato dalla giunta monocolore della Lega in un paese distante nemmeno 20 chilometri, Coccaglio, dove tanto per movimentare l’Avvento 2009 sindaco e assessore alla sicurezza  avevano fatto partire un anno fa l’operazione White Christmas per multare e cacciare entro Natale i clandestini. Tutto uno scherzo, dissero. Ma poi con il ritorno del bel tempo ci furono in zona alcuni raid notturni contro immigrati.

E come dimenticare Trenzano, sempre a 20 km da Adro, dove in primavera un’ardita ordinanza imponeva di parlare solo in italiano (o in bresciano) per le vie del centro. Così da non sentire la sera le cadenze asiatiche o africane di quelle genti che poi di giorno mandano avanti l’agricoltura, gli allevamenti e le fabbriche dell’area in genere sottopagati o in nero. Anche lì tutta goliardia, a sentire i politici locali. Però ricordo bene una trasmissione televisiva che documentava le minacce di baldi giovanotti del luogo a una troupe Rai con tanto di saluti nazisti. Anche ad Adro, per inciso, la sede della Lega espone una lista di giornalisti “cattivi” colpevoli di raccontare cosa accade da queste parti.

E la Chiesa locale? I preti tacciono e questo è preoccupante.

Perché a me Adro, Coccaglio e Trenzano sembrano tasselli di una strategia precisa che con continue esibizioni muscolari, inutili ai fini pratici, ma fortemente simboliche, vuol fare a pezzi i valor i civici e costituzionali del paese. Una strategia razzista e xenofoba,che si presenta in maschera, folkloristica, forse provinciale, ma che è molto pericolosa, specie se indottrina i più piccoli e li abitua fin dall’infanzia a cacciare i poveri o a escludere i diversi. Il grande storico Georg Mosse, ricordava che il razzismo nasce così, dalla buona fede di padri di famiglia per bene che vogliono estirpare tutto quello suona come diverso attorno a loro. Insomma, bisogna battere tutti un colpo perché la misura è colma.

Cosa si può fare? Da modesto consumatore critico posso lanciare una provocazione.

Ciascuno di noi applichi a queste lande il sano metodo del boicottaggio, usato con successo per stati e multinazionali che violano valori e diritti umani. Indirizziamoci sul prodotto principe della zona, il vino denominato Terre di Franciacorta. Buono, ma sostituibile con altri prodotti come le bottiglie del ben più solidale Trentino. Adoperiamoci  perché in tavola ai banchetti, alle cene, alle feste non si beva il succo di queste vigne inquinate dal seme del razzismo.

Stiamo insomma alla larga da questa zona,dai suoi ristoranti, da resort e Bed &Breakfast. Fino a quando? Finché i simboli della politica non spariranno dalle scuole senza costi per la collettività nazionale, finché non tornerà un clima civile e tollerante, finché i bambini non potranno stare seduti a mensa l’uno accanto all’altro senza discriminazioni di reddito, fede e razza. E’ solo un granello di sabbia, è vero. Ma chissà che nel tempo non cresca fino a scuotere il portafogli se non la coscienza di gente un tempo solidale e oggi sorda e rancorosa.

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