2026: Milano e Cortina olimpiche, un successo per l’Italia
Milano e Cortina olimpiche per i giochi invernali del 2026. Una grande vittoria per l’Italia, un successo che fa bene a tutto il Paese e vede premiato quel gioco di squadra che Veneto e Lombardia, assieme al Coni, hanno saputo mettere in campo. Festa grande dunque, ma, prima di tutto, onore delle armi a Stoccolma che ci ha conteso la palma d’oro fino all’ultimo. Agli amici svedesi, battuti per l’ennesima volta in finale, l’augurio di vedere in futuro coronati i propri sforzi.
Oggi però è la nostra giornata ed è davvero tempo di festeggiare tutti insieme per un risultato straordinario che catapulta l’Italia ai vertici dello sport mondiale. Venti anni dopo Torino 2006 e settanta anni dopo Cortina 1956, la regina delle Dolomiti e Milano, fulcro economico della nostra penisola, riportano le Olimpiadi invernali nel nostro Paese. E non dimentichano che nelle gare sarà interessata anche l’intera Valtellina, tra Bormio, Livigno e lo Stelvio, in un panorama montano mozzafiato che tutto il mondo ci invidia.
Quella odierna è una bella ventata di ottimismo per un’Italia che in questi mesi sta faticando ad uscire dalla crisi economica e cercando di tornare alla crescita. C’è da auspicare che questo bellissimo esito sportivo, con i cinque cerchi che tornano a casa nostra, sappia anche infonderci più sicurezza per credere in noi stessi e – dobbiamo pur dirlo – più serenità nel confronto con l’Europa, qui intesa come le autorità di Bruxelles. Smettiamo di farci del male da soli. Non possiamo, dopo una splendida prova come quella di oggi, che parla al mondo di una certa credibilità italiana, tornare ad impelagarci nel ruolo – che non può e non deve appartenerci – di quelli che non vogliono rispettare le regole dell’Unione europea. Le regole, certamente, si possono modificare, e ci si può impegnare per farlo, ma quelle che ci sono vanno rispettate fino in fondo.
Al di là di tutto, questo successo olimpico può fare da traino per uno sviluppo che va riavviato al più presto. L’opportunità offerta da un grande evento come questo è davvero impagabile. Al di là della situazione degli impianti, che pare siano pronti già al 90 per cento, c’è da pensare all’ammodernamento della rete di infrastrutture, all’efficienza della logistica, a una complessiva riqualificazione dei territori interessati, nel segno di uno sviluppo rispettoso dell’ambiente.
I giochi olimpici sono un’eccezionale vetrina ed è un peccato che al tandem dolomitico-meneghino non si sia aggiunta anche la città di Torino che seppe organizzare dei magnifici giochi, e che, in questa circostanza, è stata penalizzata da un’amministrazione e da una politica incapaci di pensare in grande. E lo stesso è accaduto tre anni or sono a Roma, quando venne gettata al vento l’opportunità di riportare la fiaccola olimpica nella Città eterna, per i giochi estivi del 2024, sessantaquattro dopo le memorabili Olimpiadi del 1960, emblema dell’Italia del boom economico.
Certo, accanto alle luci rischiano di esserci le ombre. Siamo un Paese a rischio tra illegalità e malaffare e tutti sanno bene quale ghiotta occasione possano rivelarsi le grandi manifestazioni con le loro ingenti risorse e con la loro miriade di appalti. Eppure non ci si può bloccare solo per il timore di sbagliare. Si tratta piuttosto di vigilare affiché tutto vada per il meglio, predisponendo regole certe ed attivando i necessari controlli. Abbiamo nelle mani una formidabile vetrina per l’Italia e non va sprecata. C’è da sperare che il proverbiale dinamismo milanese unito all’altrettanto proverbiale laboriosità veneta, possano generare un cocktail positivo per l’intero Paese. Anzi, a dirla tutta, in questo momento la speranza è una certezza.
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