L’uomo sulla Luna
Un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità, così disse Neil Armstrong, il 20 luglio 1969, al momento di calpestare il suolo della Luna. Cinquant’anni ci separano dalla conquista lunare, una delle più belle imprese mai compiute dall’uomo che vide il suo compimento in una notte di luglio di mezzo secolo fa. I tre astronauti nella navicella, Neil Armstrong, Edwin Aldrin e Michael Collins, prima nell’immensità dello spazio, poi sempre più vicini al biancore della Luna. Quindi l’allunaggio, per Amstrong ed Aldrin, mentre Collins rimaneva nella navicella a presidiare la missione. Una missione, quella dell’Apollo 11, coronata dal successo, con il rientro nell’oceano Pacifico un paio di giorni dopo. L’avventura spaziale era iniziata poco più di un decennio prima, il 4 ottobre 1957 con il lancio dello Sputnik ad opera dei sovietici. L’Urss supera gli Stati Uniti questo il leit motiv di quei primi anni, con i russi che primeggiano e l’America sembra arrancare. E infatti è di marca sovietica l’invio nel cosmo del primo essere vivente, la cagnetta Laika, che morirà al termine dell’esperimento. Poi, il 12 aprile 1961, Yuri Gagarin è il primo uomo ad andare in orbita, per la Russia è l’apice della sua corsa spaziale.
Poi, di li a poco, comincerà il predominio americano; in una corsa che si intreccia, ed è inevitabile con il confronto della Guerra fredda, anche se alla competizione negli armamenti si affianca quella in campo scientifico e tecnologico.
E’ lo stesso presidente americano John F.Kennedy ad affermare che lo spazio è una delle nuove frontiere dell’America degli anni Sessanta. Entro un decennio, promette, manderemo un uomo sulla Luna, <<abbiamo scelto di andare sulla Luna e di fare altre cose – disse – non perché sono facili, ma perché sono difficili>>. La riscossa stelle e strisce, affidata alla genialità dello scienziato tedesco Wernher Von Braun, si concretizza con il volo di John Glenn, del febbraio 1962, poco dopo l’avvio del programma Mercury. Oltre a Glenn, sono selezionati altri sei astronauti: Alan Shepard, Virgil Grissom, Scott Carpenter, Walter Schirra, Don Slayton e Gordon Cooper. Sono i magnifici sette per la Luna, anche se nessuno di essi vi metterà mai piede.
Comincia una gigantesca sfida organizzativa, tecnica ed industriale. Un colossale sforzo in ogni campo per superare problemi che paiono insormontabili. Nello spazio i rischi sono tanti e per andare nel cosmo, purtroppo si muore. Accade con l’Apollo 1 che nel gennaio 1967, si incendia e Grissom, White e Chaffee, periscono nell’esplosione.
L’anno successivo si riparte e in dicembre l’Apollo 8, compie diverse orbite attorno alla Luna. Nel 1969 infine il grande e decisivo balzo con la missione Apollo 11, che portera’ l’uomo sul suolo lunare. Quella notte di luglio, mezzo milione di persone resto’ incollato sugli schermi televisivi per seguire in diretta l’avvenimento tanto epocale.
Poi, come spesso accade, anche alla corsa lunare ci si abituo’ e tutto assunse i contorni di una tranquilla normalita’. Nel dicembre 1972 vi fu l’ultima passeggiata umana sulla Luna; qualche anno dopo inizio’ la corsa verso Marte e l’esplorazione dello spazio con le sonde lanciate nel sistema solare in viaggio verso i confini dell’universo. Nei decenni ci arriveranno le foto di Giove, Saturno, Nettuno, in una lunga e lontana traiettoria verso lo spazio più profondo.
Se il destino dell’uomo è quello di andare sempre verso nuovi orizzonti, lo spazio rappresenta la sfida più affascinante. È certo che un giorno torneremo a camminare sulla Luna, perché quella cammino iniziato mezzo secolo fa è solo il primo pezzo di un percorso che ci porterà oltre le frontiere terrestri. La corsa spaziale, muove ogni ambito del nostro sapere, dalla biologia all’informatica, dalla fisica alla medicina, all’elettronica. Ma soprattutto, guardando verso il cosmo, possiamo meglio scoprire la nostra comune vicenda umana. Come accadde nell’emozionante notte lunare di mezzo secolo fa.
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