Re Silvio e la (s)memoria degli italiani
C’è un problema di memoria nel nostro Paese, un problema che impedisce a tanti cittadini di inserire in una cornice di senso e di verità i “fatti” che la cronaca (politica e civile) ci offre.
Ci riferiamo in particolare alle vicende giudiziarie del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in merito alle quali si continuano a sostenere mezze verità e tante menzogne che però – grazie appunto alla smemoratezza dell’opinione pubblica – diventano credibili e credute, e vengono ripetute come un mantra nel corso di interviste e talk-show (la persecuzione dopo la “discesa in campo”, innanzitutto), senza peraltro che anche colleghi giornalisti o opinionisti insigni facciano scattare il meccanismo della “completezza” dell’informazione e contestino le affermazioni.
Su questo punto vorremmo fornire un piccolo contributo, lasciando invece da parte l’aspetto di etica civile (?!?) dei comportamenti e i discorsi sulla vita privata degli uomini pubblici (ma quale è il limite? ministri e presidenti in altri Paesi si sono dimessi per questioni riguardanti i contributi delle colf o i rimborsi di viaggi delle consorti…). Che lasciamo alla coscienza adulta e matura dei nostri amici lettori.
[I dati li abbiamo ricavati da documentazione giornalistica, peraltro rintracciabile in “rete”, e non hanno la pretesa della infallibilità. Sono una umana approssimazione, che comunque nonostante questi limiti ritrniamo possano essere utili per farsi un’idea di che cosa stiamo parlando.]
Persecuzione dopo il 1994?- Si dice: solo dopo la “discesa in campo” la magistratura si è scatenata contro l’imprenditore di Arcore. Ma non scherziamo…
E’ del 1979 la prima visita della Guardia di Finanza si interessò di Silvio Berlusconi; si indagava su investimenti edilizi in Costa Smeralda e le Fiamme Gialle si presentarono nella sede della Edilnord.
Nel 1983, poi, i suoi telefoni furono messi sotto controllo in una indagine per traffico di droga (indagine archiviata nel 1991). Emersero anomalie nei rapporti con misteriosi soci svizzeri, ma l’ispezione venne chiusa; i tre ufficiali della Finanza faranno carriera in Fininvest e avranno diversi problemi giudiziari.
Nel 1990, poi, la Corte d’Appello di Venezia condannò Silvio Berlusconi per falsa testimonianza in relazione alla iscrizione alla loggia massonica segreta deviata P2.
Le inchieste – L’elenco è impressionante, ma mettiamoci nei panni dei magistrati, che avevano già “tracciato” il nostro personaggio e che in una visione di medio-lungo periodo vedono svanire gli sforzi di indagine grazie a lungaggini, prescrizioni, modifiche di norme…
(a noi hanno sempre insegnato di comportarci bene, perché altrimenti ci porteremo dietro per tutta la vita la nostra “fama”; succede anche a un qualunque guidatore di auto, per il quale i “precedenti”, comunque risolti, disegnano un identikit particolare, fino alla definizione di “pericolo pubblico” al volante…).
Oltretutto nel caso di Silvio Berlusconi, il sospetto di un “aiuto” poco chiaro nella raccolta iniziale dei capitali delle società e il sospetto quindi sulle vere motivazioni per la sua entrata in politica, continueranno a ripresentarsi ancora e ancora.
Ecco un elenco, probabilmente non esauriente, ma semmai per difetto. E ci scusiamo per le brutali sintesi operate (chi volesse saperte di più, può cercare in “rete”):
– Tangenti alla guardia di Finanza, condanna in primo grado, assolto in appello e Cassazione (per non aver commesso il fatto – il quale fatto è, dunque, avvenuto);
– Processo All Iberian (finanziamento illecito al Psi di Craxi), diviso in due tronconi: il primo (finanziamento illecito), prescritto; il secondo (falso in bilancio aggravato), assolto perché il fatto non costituisce più reato (in seguito alla riforma del diritto societario varata dal governo Berlusconi);
– Processo per l’acquisto del calciatore Lentini (falso in bilancio): prescrizione dopo la riforma della legge societaria;
– Processo per l’acquisto di Medusa Cinematografica (falso in bilancio); condannato in primo grado e poi assolto;
– Processo per il terreno di Macherio (appropriazione indebita, frode fiscale e falso in bilancio): assoluzione per primi due reati, prescrizione e amnistia per il terzo;
– Lodo Mondadori (accusato di aver pagato i giudici per ottenere una decisione a favore nell’acquisizione della casa editrice di Segrate): prescrizione del reato nel frattempo ridotto a corruzione semplice;
– Spartizione pubblicitaria Rai-Fininvest (accusato di aver indotto la Rai a concordare con Fininvest i tetti pubblicitari): chiesta l’archiviazione;
– Toghe sporche- Sme (accusa di corruzione di giudici per l’acquisto della società): processo (anche a Previti e Squillante) svolto fra stop-and-go, con l’approvazione e la bocciatura del Lodo Maccanico; prescrizione e assoluzione con richiamo all’insufficienza di prove;
– Tangenti fiscali sulle pay-tv (accusato di aver pagato dirigenti e funzionari delle Finanze per ridurre l’Iva): chiesta l’archiviazione;
– Mafia (concorso esterno e riciclaggio): inchiesta archiviata perché scaduti i termini di indagine; intanto Dell’Utri è stato condannato in primo e secondo grado per concorso esterno; fermo restando il principio che la responsabilità penale è personale, rimangono ombre su Berlusconi a causa dello stretto sodalizio con Dell’Utri;
– Processo Telecinco (in Spagna, Berlusconi, Dell’Utri e altri dirigenti sono accusati di frode fiscale): per lungaggini, il processo è di fatto sospeso;
– Caso Saccà (accusa di aver corrotto l’allora presidente della Rai con promesse per una futura attività imprenditoriale): archiviazione e distruzione delle intercettazioni;
– Compravendita diritti televisivi (Berlusconi, Confalonieri, Mills e altri, accusati di costituzione di fondi neri attraverso società off-shore per l’acquisto di diritti televisivi): Mills condannato, per Berlusconi si attende di continuare e concludere;
– Inchiesta di Trani (accusa di aver esercitato pressioni sull’autorità per la garanzia delle comunicazioni per arrivare alla chiusura di Annozero);
– Nuova inchiesta sui diritti televisivi (accusa di evasione fiscali e altri reati tributari insieme al figlio Piersilvio);
– caso Ruby (accusa di concussione per la pressione esercitata sui funzionari della Questura di Milano e di prostituzione minorile): sono questioni aperte.
Le leggi ad personam – Dal 1994 una serie di provvedimenti legislativi ha tenuto occupato il Parlamento per “salvare” il conflitto d’interessi e i problemi giudiziari del politico Silvio Berlusconi.
– Decreto Biondi (1994) ottiene la scarcerazione immediata di 350 colletti bianchi coinvolti in Tangentopoli e impedisce fra l’altro l’arresto di Paolo Berlusconi, Salvatore Sciascia e Massimo Maria Berruti (Fininvest);
– Legge sulle rogatorie (2001) cancella le prove giunte dall’estero per rogatoria e impedisce di acquisire prove contro Previti & Co;
– mancata ratifica del Mandato di cattura europeo (2001), unico Paese dell’Ue ad aver firmato ma non ratificato l’accordo; questo blocca i magistrati spagnoli;
– Legge Frattini (2002), “legalizza” il conflitto d’interessi, introducendo la figura del “mero proprietario”;
– depenalizzazione del falso in bilancio (2002), che ha permesso assoluzioni (perché il fatto non è più reato) e prescrizioni;
– Legge Cirami sul legittimo sospetto (2002) reintroduce la motivazione per ricusare il giudice e il trasferimento del processo;
– Lodo Schifani (2003) consentiva la sospensione dei processi nei confronti delle massime cariche dello Stato; bocciato dalla Corte Costituzionale;
– Condono fiscale (2003) esteso a coloro che hanno “concorso a commettere reati”, aiutando così i 9 coimputati del premier;
– Legge ex-Cirielli (2005), detta anche salva-Previti prevede la riduzione dei termini di prescrizione per gli incensurati, e aiuta anche la prescrizione di processi a carico di Berlusconi;
– Legge Pecorella (2006), introduceva la inappellabilità da parte del pm in caso di proscioglimento; la Corte Costituzionale l’ha bocciata);
– Lodo Alfano (2008) prevedeva l’impunità delle alte cariche dello Stato; la Corte Costituzionale l’ha bocciata;
– Legittimo Impedimento (2010), consente di rinviare i processi per attività “coessenziali” alle funzioni di governo
Ci sono poi le leggi ad aziendam, che hanno permesso di triplicare il patrimonio dal 1994
(3,1 miliardi di euro) al 2005 (12 miliardi di euro, secondo Forbes):
– Legge Tremonti del 1994 (detassazione del 50% degli utili reinvestiti dalle imprese;
– Tremonti-bis del 2001: abolisce l’imposta su successioni e donazioni per patrimoni superiori ai 350 milioni di lire;
– Decreto salva-calcio del 2002: consente alle società di calcio di diluire le svalutazioni dei cartellini dei calciatori sui bilanci in 10 anni, con benefici fiscali;
– Condono fiscale (Finanziaria 2003) consente a Berlusconi di sanare con 1800 euro un’evasione di 301 miliardi di lire e a Mediaset di sanare con 35 milioni evasioni di 197 milioni di lire;
– detassazione delle plusvalenze da partecipazione (2003) utilizzata da Berlusconi nel 2005 quando cedette il 16,88 della Fininvest e risparmiando 340 milioni di euro in tasse;
– Decreto Salva Rete4 (2003): concede la proroga per continuare a trasmettere in analogico ai danni di Europa7;
– Legge Gasparri (2004) sul riordino del sistema radiotelevisivo, assicura che Rete 4 non avrebbe sforato il tetto antitrust in relazione alla (ipotetica e non raggiunta) percentuale di popolazione che avrebbe dovuto captare il segnale del digitale; secondo lo stesso Confalonieri, la legge avrebbe garantito a Mediaset una crescita di ricavi fra 1 e 2 miliardi di euro l’anno;
– le norme sull’acquisto del decoder (2004-2005), con incentivi all’acquisto; a beneficiare in forma prevalente è la società Solaris, principale distributore degli Amstrad di tipo Mph. controllata al 51 per cento da Paolo e Alessia Berlusconi;
– estensione del condono edilizio alle aree protette (2004), fra cui Villa Certosa in Sardegna;
– riduzione delle aliquote fiscali per i redditi dei più abbienti (2004) consente a Berlusconi un risparmio di oltre 700mila euro l’anno (fonte Espresso);
– Testo unico della previdenza complementare (2005), di cui beneficia soprattutto Mediolanum, di proprietà della famiglia Berlusconi;
– il servizio Postascuola per la ordinazione e consegna dei libri di testo della scuola secondario, tramite l’accordo tra Ministero dell’Istruzione, le Poste Spa e Mondadori Bol, società per il 50% della Arnoldo Mondadori editore, di cui è “mero proprietario” Berlusconi;
– innalzamento dal 10 al 20 % del tetto per acquisto di azioni proprie, che viene subito utilizzato dalla Fininvest per aumentare il controllo su Mediaset;
– spostamento di pubblicità da Rai a Mediaset da parte di istituzioni e aziende controllate dal Governo: Poste, Eni, Enel…
– aumento dell’Iva dal 10 al 20% (2008) sulla pay-tv Sky Italia, principale competitore privato di Mediaset
– decreto Romani (2010) per regolare gli spazi pubblicitari televisivi a vantaggio di Mediaset e a svantaggio di Sky, che entro il 2013 deve scendre da 18 a 12% di affollamento orario di spot.
E qui ci fermiamo. Per ora.
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