Abbiamo ancora bisogno di Giovanna d’Arco e dei profeti?
Cerchiamo di rammentare subito i termini della questione (con qualche licenza poetica,…), se a qualcuno dei tre lettori che avranno la pazienza di leggere queste righe, avesse la memoria un po’ arrugginita. Per quanto riguarda la giovane ragazza francese, che un’ infelice traduzione italiana talvolta continua a chiamare “la pulzella”, bisogna ritornare al XV secolo, alla guerra dei Cent’Anni, quando la Francia era in una situazione di grande difficoltà: invasa e conquistata parzialmente degli inglesi, vessata da battaglie ed assedi, in preda alle congiure, tra povertà e miserie,… si trovava anche in assenza di politica, in quanto il suo “delfino” Carlo (l’erede al trono) si rifiutava di assumersi le sue responsabilità e non voleva regnare: stiamo parlando di uno stato assoluto, dove nel re erano concentrati i poteri esecutivo, legislativo e, in ultima analisi, anche quello giudiziario, quindi la nazione era ferma ed non governata (talvolta capita,… ancora oggi,…). Per farla breve, per uscire da quelle tragedie, fu necessario che un’adolescente, appunto Giovanna, prendesse in mano la situazione, guidasse le truppe e convincesse la politica (il futuro re che non voleva condurre il paese) a fare il suo dovere e salvasse la patria. Ci rimise la vita, ma compì la sua missione (scusate la banalizzazione di una vicenda umana e storica di ben altro spessore, che portò anche la giovane agli onori degli altari nel 1920, quando fu dichiarata santa, ma ci serviva la sua storia per fare un esempio).
Anche i profeti, secondo un’antica tradizione che, anche in questo caso, semplifichiamo, sono suscitati quando i popoli o i loro governanti non sono all’altezza dei loro compiti e si trovano in prossimità di catastrofi. I popoli, perché amorali, senza regole, spregiudicati, egoisti,… i governanti, perché più o meno sono della forza del sopra citato delfino Carlo e non vogliono assumersi le loro responsabilità. I profeti fanno luce, denunciano, offrono soluzioni, anche se spesso rimangono inascoltati.
Sembra che, relativamente ai tentativi di soluzione della questione climatica mondiale e alle sorti dell’Amazzonia, siano necessari adolescenti e profeti, in quanto governanti, organizzazioni statali ed internazionali, …. i grandi del mondo,… sono per lo più assenti o addirittura boicottanti. Per quanto riguarda i profeti, era necessario che un Papa scrivesse apposta un’enciclica sul creato ed indicesse addirittura un sinodo, perché si alzasse la cortina del silenzio che avvolgeva quanti altri personaggi meno noti (e qualche rara organizzazione) denunciavano da un po’. Per quanto riguarda i giovani, questi spesso anticipano i tempi e li condizionano,… dai moti studenteschi torinesi del 1821, al 1968, al meno noto 1977, tanto per citarne solo alcuni,… Abbiamo visto le loro capacità di mobilizzazione sul tema ambientale e la loro convinzione, con la novità che, a differenza del passato, ai nostri giorni ne viene troppo amplificata una figura leader,… lo diciamo con garbo,…
Quindi, in assenza di politica e di regole, di cultura e di formazione, di lungimiranza e di solidarietà,… da parte dei governanti, spesso troppo interessati alle loro carriere politiche, più che alla soluzione dei problemi; più attenti alle rendite personali o dei gruppi di riferimento, piuttosto che al bene comune; abituati più all’insulto che al dialogo; con orizzonti che non vanno oltre l’orto del vicino di casa, che abbia però il DNA rigorosamente certificato,… avremo sempre bisogno di profeti e di pulzelle, non solo per il clima: il mondo degli adulti responsabili non ci fa perciò una grande figura. Se c’è ancora una politica, speriamo che, in qualche modo, si faccia sentire.
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