Meritocrazia e innovazione
Riforma Brunetta, Riforma Madia….è da anni che sentiamo parlare di Meritocrazia nella Pubblica Amministrazione (e non solo), ma non si riesce mai ha trovare una strada efficace ed efficiente che veramente porti a una soluzione concreta, moderna e attuabile. Lo stesso vale per altri temi come l’Innovazione, la Digitalizzazione, la Dematerializzazione, lo Snellimento amministrativo… Anche qui possiamo dire che l’Italia è indietro rispetto all’Europa.
Proprio in questi giorni a Torino si è svolto un interessante convegno nazionale su queste tematiche dal titolo “P.A. e Benessere sostenibile. Equità sociale e innovazione”, organizzato da Meritocrazia Italia e che sta girando tutto il Paese per cercare di stimolare il legislatore a continuare a lavorare su questi argomenti.
“Abbiamo il desiderio di essere portavoce delle istanze della Società Civile, e la ferma volontà di raccogliere ed elaborare tutte le proposte per portarle alla pubblica attenzione, al fine di contribuire a fornire soluzioni concrete e durature” questo è quanto ha più volte dichiarato il suo Presidente Nazionale di Meritocrazia Italia, Walter Mauriello.
Il percorso dell’Associazione si basa sull’equità sociale, ecco quindi che il benessere sostenibile è l’indicatore per valutare il progresso della società non solo economico ma anche socio-ambientale; analizzare la situazione presente, sviluppare delle politiche mirate al miglioramento dell’ambiente, servizi, sanità e istruzione.
“In un’epoca oramai post ideologica- spiega Mauriello- vi è la necessità di uno spazio di confronto dialettico e progettuale dove cercare le soluzioni ai reali problemi del Paese; un luogo dove la società Civile e le innumerevoli competenze dell’Italia possano operare, senza fretta ma senza sosta, nel solco di un’idea che si fonda sulla mediazione ed il confronto e che rifiuta di trasformare le questioni concrete in problemi ideologici”.
L’incontro di Torino aveva quale finalità quella di mettere in luce l’incidenza del buon funzionamento della P.A. oltre che, sul tasso di crescita della competitività e della capacità economica potenziale, ma anche sulla qualità della vita del cittadino, che non può che tradursi in termini di effettività dei diritti e quindi di equità sociale, puntando sul ruolo dell’innovazione tecnologica.
Utile anche fare chiarezza sul fatto che la meritocrazia non è un vantaggio personale (che indubbiamente c’è) ma uno strumento per un benessere collettivo dell’intera comunità. Ad esempio lo si capisce dagli studi che mettono in relazione come negli enti pubblici o privati dove i lavoratori sono valorizzati, le performance sono miglio, e quindi i servizi pubblici sono più snelli. Non solo. Esiste anche una relazione inversamente proporzionale tra meritocrazia e corruzione. Infatti, la meritocrazia consente alle organizzazioni di lavorare in modo efficace e di contrastare la Corruzione in maniera “naturale”. I tentativi del legislatore di affrontare il fenomeno con sempre nuovi strumenti normativi rischiano di essere vani se non si creano le condizioni per cui nella Pubblica Amministrazione i dipendenti finalmente sentano di poter crescere professionalmente, di essere valorizzati e stimati per il proprio lavoro e di fidarsi l’uno dell’altro.
Senza Fiducia e Meritocrazia le leggi, infatti, spesso non vengono applicate in attesa eterna di Decreti attuativi o regolamenti interni, o comunque rimangono distanti da come vengono agiti i comportamenti reali.
E’ quindi importante considerare come le persone vivono realmente nel loro ambiente organizzativo e come interagiscono tra di loro. Senza un clima favorevole, senza Meritocrazia e senza un reale coinvolgimento delle persone, le leggi da sole spesso non colgono l’obiettivo.
In un contesto percepito in modo così negativo, la Corruzione non può che nascere e diffondersi indipendentemente dagli strumenti anche seri, ma spesso tardivi, che vengono introdotti dal legislatore.
La Meritocrazia in un organizzazione non può nascere infatti in un asfissiante sistema di regole, per lo più spesso opache e di applicazione incerta, ma si avvantaggia di una maggiore valorizzazione e responsabilizzazione delle Persone.
Ricordiamo, infine, il progetto Whistleblowing come strumento “non normativo” di risposta alla Corruzione. Con il Whistleblowing si può diffondere l’esempio di chi con coraggio ha denunciato casi di corruzione per incentivare comportamenti onesti e “sconsigliare” i Corrotti. Questi casi di eroi civili vanno poi quanto più possibile raccontati e premiati nel rispetto della privacy e della sicurezza di chi denuncia casi di Corruzione. Tuttavia bisogna però dire che il Whistleblowing non può garantire da solo che non si ripetano casi di abuso se non si creano delle condizioni di reale Meritocrazia: “prevenire” è sempre meglio che “intervenire”.
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