A.A.A.: Diogene ricerca laici cattolici, adulti e formati

Qualche articolo fa (Indifferenza o irrilevanza dei cattolici italiani in politica? Non è questo il problema) ci chiedevamo se, in Italia, esistesse ancora una reale presenza di cattolici, adulti e laici. La riflessione nasceva dal fatto che, in un momento di ostentazioni pubbliche di simboli religiosi, apparentemente a fini meramente elettorali e senza (sembrerebbe) l’accompagnamento di un’adeguata coerenza di una proposta di vita, qualcuno si interrogava se non fosse il caso di ricostituire un partito cattolico. Premesso che, ormai da decenni, è almeno teoricamente assodato che si può essere al contempo cattolici e militanti di partiti diversi, al contempo si rifletteva se, nel paese, ci fossero ancora figure di riferimento, esempi universalmente considerati di valide capacità, che potessero essere apprezzate anche come cattolici, oltreché per le loro qualità professionali. Qui non si vuole assolutamente ignorare quei molti cristiani che testimoniano quotidianamente la loro fede, impegnandosi nel loro lavoro, nel volontariato, nelle varie associazioni,… spesso nel silenzio e nell’abnegazione, ma ci si chiede se esistano ancora personaggi pubblici, stimati ed autorevoli nel ruolo che occupano, che si possano riconoscere anche come cattolici, oltre che come indiscussi testimoni della professione o dei compiti che svolgono. Tentiamo di fare qualche esempio, tanto per semplificare e per capirci meglio, ma dobbiamo andare indietro negli anni per trovare qualche riferimento che ci aiuti: per quanto riguarda gli aspetti politici, possiamo ricordare un sindaco apprezzato e lungimirante come La Pira; un pensatore illuminato ed aperto, quale fu Moro; uno statista riconosciuto anche internazionalmente,De Gasperi; una parlamentare e ministro di altissimo livello, Tina Anselmi; Martinazzoli,…. Per la cultura, Augusto Del Noce o Carlo Bo; per lo sport, Bartali,… tutti morti,… Certamente oggi ci sono ancora molti laici cattolici italiani significativi: Andrea Riccardi, Ernesto Olivero, Enzo Bianchi,… tanto per citarne solo alcuni, ma sono personalità che, comunque, vengono associate ad un’esperienza religiosa, anche se limitare la Comunità di Sant’Egidio, il Sermig e la Comunità di Bose alla sola sfera religiosa è riduttivo. Sicuramente ce ne sono anche altri (vedi Prodi), ma forse occorrerebbe il lanternino di Diogene per trovarli,…

Ammesso che la ricostruzione che abbiamo fatto sia corretta, dobbiamo chiederci quali potrebbero essere state le cause che hanno portato a questa situazione. Non possiamo andare troppo indietro nel tempo, ma vorremmo limitarci solo ad un’unica ipotesi, relativa agli ultimi lustri, lasciando da parte, per il momento, la fine delle ideologie post caduta del Muro di Berlino, la generale scristianizzazione della società per effetto di un consumismo esasperato, la scelta di alcune figure gerarchiche della Chiesa nazionale di proporsi come interlocutori diretti della politica (depauperando il ruolo dei laici), e altre macro problematiche simili. Cioè, limitandoci all’ambito volutamente ristretto ad un’unica ipotesi, proviamo ad affermare che sembrerebbe che, in Italia allo stato attuale, non ci siano più adeguati luoghi di formazione per i laici cattolici adulti (tema che quest’anno è oggetto di riflessione nella diocesi torinese). In passato dove si formavano i laici? Nell’Azione Cattolica, nelle Acli, nella Fuci, con la Cisl, l’Onarmo, le Associazioni ex-Allievi di scuole cattoliche,… La DC, il MCL, l’Università Cattolica? Riviste e case editrici,… Oggi? Dove? Le parrocchie hanno spazi o occasioni formative in questo senso? Per il cammino sacramentale, senz’altro sì; per quanto riguarda gli aspetti liturgici, probabilmente anche; per la pastorale familiare, molto spesso; per le attività caritative, quasi sempre senza ombra di dubbio; normalmente sono attrezzate per i giovani,… ma per la formazione di una coscienza critica, per l’elaborazione sociale, per il pensiero, per gli adulti? Chissà? Forse questi luoghi ed occasioni li hanno movimenti ed associazioni ecclesiali o culturali di area, ma il numero dei loro aderenti non è così elevato. Il mondo del volontariato è prevalentemente orientato al conseguimento (pur encomiabile) dei propri scopi specifici, piuttosto che all’elaborazione di una cultura. Potremmo continuare a lungo con argomentazioni analoghe. Quindi, nel frattempo attrezzandoci per il presente (e soprattutto per il futuro), non dovremmo troppo stupirci se ci mancano valide figure pubbliche laiche-cattoliche di riferimento,… e lunga vita a Sergio Mattarella.

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