La strage degli innocenti

La strage degli innocenti. Non è una citazione biblica, ma una feroce notizia di cronaca.

L’orrore ha colpito a Kabul, martoriata capitale del martoriato Afghanistan, nel modo più crudele e insensato possibile. Un gruppo di attentatori al momento non identificati ha assaltato l’ospedale materno infantile gestito da Medici Senza Frontiere nella parte occidentale della città, sparando su madri e neonati.

Una violenza inconcepibile e assurda ha colpito vittime inermi in uno dei momenti più delicati della vita, quello del parto, con il travaglio, la nascita, i primi momenti della madre con la sua piccola creatura.

Una volontà disumana di portare la morte dove nasce la vita. Odio puro, fanatismo assoluto.

È stata la stessa organizzazione umanitaria a diffondere la notizia: <<Sconvolgente. Non abbiamo altre parole per descrivere l’attacco alla nostra maternità nell’ospedale Dasht-e-Barchi a Kabul, Afghanistan, avvenuto martedì scorso. >>

Un numero imprecisato di aggressori ha assaltato il presidio con esplosioni e spari, penetrando all’interno della struttura, le testimonianze sono terribili: <<Hanno attraversato le stanze della maternità sparando alle pazienti nei loro letti. Sistematicamente. I muri trivellati di proiettili, sangue sui pavimenti delle stanze, veicoli bruciati e vetri rotti dalle esplosioni>> ha raccontato Frederic Bonnot, capo dei programmi MSF nel Paese.

Atroce la conta delle vittime: << donne e bambini appena nati mentre si trovavano in uno dei momenti tra i più belli e vulnerabili nella vita. Purtroppo piangiamo la perdita di diversi pazienti, tra cui due bambini, e di almeno una collega del nostro staff, un’ostetrica afgana rimasta uccisa. Alcune delle madri sono state uccise mentre si trovavano in sala parto con i figli non ancora nati.>>

L’organizzazione umanitaria si sta prodigando per reagire a questo attacco proditorio e impensabile: <<Il nostro team medico sta facendo ogni sforzo possibile per seguire i bambini appena nati, garantire assistenza ai nostri pazienti e ai feriti, fornire supporto psicologico al personale colpito e alle persone in lutto.>>

Al momento l’operatività è forzatamente sospesa, per questo centro che aveva aiutato a venire alla luce 5.400 neonati dall’inizio di quest’anno, fornendo assistenza completa pre e post-natale. È un serio problema, in una realtà dove l’assistenza sanitaria è gravemente carente sotto ogni aspetto e dove è arrivato anche il coronavirus, lo stesso contagio che serpeggia da noi e ha messo in crisi la Sanità di molti Paesi ricchi.

Ma il contraccolpo psicologico è persino più forte: <<Siamo devastati. Quest’area ha subito attacchi in passato, ma nessuno credeva che avrebbero attaccato una maternità. Sono venuti per uccidere le madri>>.

In questo delirio d’orrore, c’è spazio per un piccolo miracolo: <<Durante l’attacco una donna ha dato alla luce il suo bambino ed entrambi stanno bene.>>. Tuttavia la situazione resta drammatica, vista l’impossibilità di fornire assistenza a una popolazione bisognosa di tutto, che trovava nella struttura sanitaria gestita da MSF un valido punto di riferimento. L’ospedale è stato evacuato, i pazienti sono stati trasferiti negli ospedali vicini e il personale è stato messo in sicurezza.

Nonostante la tragedia, Medici Senza Frontiere resta al fianco della popolazione afgana, come ha sempre fatto da decenni con vari progetti e come faceva nella maternità da 55 posti letto nell’ospedale Dasht-e-Barchi , operativo dal 2014. Già in passato MSF aveva subito un attentato costato la vita a cinque operatori umanitari, ma la solidarietà e la tenace volontà di aiutare il prossimo, specie quelli più in difficoltà, resta immutata.  Anche in questi momenti tragici, o forse ancora di più.   

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