Alfa Romeo: 110 anni di storia, raccontato al Museo di Arese
Una vicenda al tempo stesso industriale, tecnologica e sportiva. Questo è quanto traspare visitando il museo dell’Alfa di Arese, periferia nord di Milano, un tempo sede dello stabilimento che fabbricava le automobili. Una storia che comincia agli albori del Ventesimo secolo, nel 1910 esattamente 110 anni fa, col nome di Anonima Lombarda Fabbricazione Automobili, acquistata poi dall’ing. Nicola Romeo che le regalò il suffisso che ancora oggi la contraddistingue. Si parla, certo, di motori e di macchine, di industria e di lavoro ma anche di uomini e di passioni. Tutto questo lo percepisce proprio percorrendo gli spazi museali recentemente riallestiti che ne segnano, anche visivamente, il cammino.
Una carrellata di modelli che spazia dal 1910, all’alba dell’automobile stessa, sino ad oggi, attraverso quei modelli che hanno reso famoso questo marchio. Quel biscione che ne è emblema inconfondibile in tutto il mondo. Così si passa dalla 2300 degli anni Trenta alla Giulietta degli anni Cinquanta, l’auto che venne definita la “fidanzata degli italiani”. Sino alla mitica Giulia, indimenticabile “gazzella” delle forze dell’ordine o allo spider Duetto, auto che sarà celebrata persino al cinema nel film “Il laureato”. Poi in anni a noi più vicini, dopo il passaggio nell’orbita Fiat, ecco la 164, la compatta 147, premio Volante d’oro del 2000, e ancora la GT, la nuova Giulia versione Quadrifoglio e, infine, segno dei tempi e dei gusti che cambiano il primo Suv, denominato Stelvio.
Una lunga sequela di modelli dove stile e tecnologia hanno saputo sempre viaggiare in parallelo tra segmenti di lusso ed auto sportive, vetture per la borghesia emergente negli anni del boom economico. Poi vi è l’ambito propriamente sportivo con le vetture protagoniste di innumerevoli competizioni alle quali il Biscione ha preso parte. Dalla Mille miglia alla Targa Florio alle 24 Ore di Le Mans, sino all’approdo nel 1950 in Formula Uno. In quella prima stagione la vittoria arrise all’alfista Giuseppe Farina cui seguì il successo dell’argentino Juan Manuel Fangio. Tutto questo è stato l’Alfa cui si aggiunse, negli anni Trenta, il settore aeronautico con la realizzazione di motori e di apparati di velivoli.
Questa la storia, questo il passato. E’ il presente? Cosa rappresenta oggi il marchio Alfa? Componente essenziale del gruppo Fca è certo una delle punte di diamante per la penetrazione italiana nel difficile mercato americano. E chissà, forse domani anche in quello cinese, in continua espansione. Una vicenda dunque che continua sotto altre forme, nelle più diverse organizzazioni produttive, a richiamare sempre quello stile che, in filigrana, ci racconta un bel pezzo del cammino dell’automobile in Italia e non solo. Quanta strada, è proprio il caso di dirlo, è stata percorsa dalla fabbrica fondata dal signor Romeo, quando il ventesimo secolo era appena agli inizi. Un viaggio che prosegue tutt’ora e che continua ad appassionare.
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