Non basta più l’apriscatola, adesso vogliono il cassonetto

Il comico che non fa più ridere, ci offre l’ultima ricetta di ingegneria costituzionale: “basta col Parlamento. Serve la democrazia diretta”. E pensare che tanti in buona fede hanno rincorso “lo scalpo” del taglio parlamentare immaginando l’inizio di un’epoca di riforme organiche e rigenerative della vecchia Repubblica italica.

Il Capo carismatico dei 5 stelle comunica urbi et orbi che il Parlamento è un ferrovecchio da portare nel cassonetto dei rifiuti, anzi alla discarica. Perché continuare a recarsi alle urne per eleggere rappresentanti, quando basta decidere attraverso i referendum? Oppure sorteggiarne qualcuno a caso tanto per formalità?

In fondo la nuova trovata è coerente e conseguente con il taglio lineare del numero dei parlamentari che il m5stelle ha perseguito con determinata convinzione e cinismo: addirittura un Governo (anzi 2) nato con questo obiettivo <strategico>.

Dicevo di coerenza e conseguenza con l’esito referendario, perché a pensarci bene con zero (sottolineo ZERO) parlamentari i risparmi saranno ancora maggiori e la rapidità delle decisioni molto vantaggiosa. Peccato non averci pensato prima!

L’unico difetto è che un tale esito nel procedere delle riforme (che hanno fatto innamorare molti connazionali, anche scafati in fatto di politica) è che ci si avvicina sempre più alla Bielorussia o alle repubbliche delle banane; ma almeno lì, per coreografia, i Parlamenti li hanno mantenuti.

Se la notizia non facesse piangere, ci sarebbe da ridere. Chi avrebbe mai pensato nel mondo libero e civile, sorto dalle istituzioni secolari britanniche, dalla rivoluzione francese e da quella americana, dalle lotte risorgimentali e da quelle resistenziali di giungere ad un pensiero politico istituzionale di così immensa ed elevata portata: abolire il Parlamento!

E poi vogliamo essere esemplari in Europa e dare lezioni ai popoli barbari che ci circondano!

Non ho parole per commentare oltre questa trovata, a dir poco, stravagante. Perché innovativa non lo è; già nell’epoca dell’Ancien Régime i monarchi assoluti regnavano con un loro Consiglio e le Assemblee rappresentative non esistevano.

Chiudo con tre notazioni. La prima: l’unico aspetto positivo che intravvedo, è che in qualche modo deve essere sviluppato (ma lo deve fare chi ha un minimo di rispetto per i cittadini e non li vuole usare per i propri interessi) il discorso sulla democrazia partecipativa e deliberativa. Le quali devono affiancare, non sostituire quella rappresentativa.

Seconda annotazione: a questo punto, e se queste continuano ad essere le proposte che avanzano i 5stelle, immaginare di iniziare un percorso che possa portare ad una qualche alleanza organica futura mi sembra molto molto azzardato. Votato il Capo dello Stato si sciolga tutto e, per morire, meglio morire con dignità.

Terzo: quanti hanno, in buona fede e con coerente convinzione, votato per realizzare “la prima” delle riforme che può portare ad innovare il sistema, lancino un messaggio agli elettori per ricordare che le riforme si fanno quando servono a migliorare il funzionamento delle istituzioni e non perché ci siano gruppi che giocano a divertirsi; perciò la prossima volta devono essere accorti a non farsi infinocchiare.

Come avevano promesso, i 5stelle, la scatoletta l’hanno aperta facendo anche qualche danno, e illudendo gli elettori con slogan anti casta e apparentemente di sostegno a moralità ed efficienza. Però le istituzioni sono una cosa seria, e quindi non si può permettere che vengano gettate in discarica.

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