“Fratelli tutti”, il messaggio di Francesco al mondo

Con l’Enciclica, “Fratelli tutti”, Papa Francesco ci parla della comune umanità che ci unisce e che deve farci sentire solidali gli uni agli altri. Una fratellanza che non conosce frontiere, razze, religioni o mille altre distinzioni politico-ideologiche perchè, prima di tutto, tutti quanti siamo uomini e donne su questa Terra.

Una Terra irta di sfide irrisolte che gravano sull’intera umanità nel quale la solidarietà è la sola possibile ed autentica chiave per dare un senso al nostro futuro. Oggi più che mai, con questa pandemia – che ha messo nudo la nostra comune fragilità, facendo cadere le troppe effimere certezze di cui ci ammantavamo – è giunto il momento di trovare una via di uscita tutti insieme. Perchè come ci ricorda proprio Francesco siamo tutti sulla stessa barca.

Nei suoi otto capitoli l’Enciclica si sviluppa lungo un filo conduttore: il destino comune che ci unisce in quanto persone che vivono su questo pianeta. Emerge una visione globale che punta alla solidarietà come unica indiscussa soluzione per uscire dalle molteplici e drammatiche crisi del nostro tempo. Ad essere in discussione è l’assetto socio-economico su cui ci siamo fondati sinora, a cominciare da un mercato eretto a dogma assoluto che ha persino stravolto i connotati dell’economia, sempre meno capace di creare un diffuso benessere per tutti.

Un richiamo, ovviamente, anche alla politica, troppo spesso succube dei grandi interessi economici e finanziari ed incapace di un grande progetto inclusivo incentrato sul lavoro, sulla salute, sull’istruzione e, in generale, sui diritti delle persone. Un grave pericolo sono le chiusure nazionaliste che riportano il mondo a vecchie divisioni che in passato hanno contribuito ad alimentare guerre e conflitti di ogni genere. La guerra è la sconfitta dell’umanità tutta intera. Solo una via di pace e di collaborazione tra i popoli può permettere di affrontare le grandi sfide che abbiamo davanti puntando ad uno sviluppo sostenibile, alla salvaguardia dell’ambiente, alla tutela generalizzata della salute, alla difesa della vita umana in ogni frangente. E’ necessaria una globalizzazione della solidarietà a protezione dei più deboli, di quelle persone che sono costrette dalla guerra e dalla povertà ad abbandonare la propria terra.

Francesco si rivolge all’umanità intera sui destini dell’uomo su questo pianeta, assegnando alle religioni il compito di operare per il bene comune. Ma la chiamata è, in fondo, per tutti noi e vale per ogni singola persona, nel suo piccolo mondo quotidiano. Dobbiamo farci prossimo per gli altri, uscendo dai tanti mediocri egoismi che spesso caratterizzano la nostra esistenza. Siamo parte – e bisogna rendercene conto tutti – di un insieme più grande che ci accomuna tutti quanti. I problemi dell’umanità, dalle guerre alla povertà, sono i nostri ed occorre lavorare tutti insieme per realizzare un diverso orizzonte di vita fondato sul bene comune.

Un impegno cui siamo chiamati nel segno della destinazione universale dei beni per un mondo più unito e solidale dove ogni uomo si senta davvero fratello dell’altro. Un messaggio universale di pace, di amicizia e di solidarietà che travalica qualsiasi differenza per parlare direttamente al cuore di ognuno di noi.

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