Il Messia di tutti

L’attesa di un Messia, del Salvatore, è comune a quasi tutte le religioni del mondo ed è ciò che unisce tutti i credenti. La speranza che la “fine dei tempi”, porti una vita migliore, fonte di gioia e pace eterna, mantiene viva la dimensione escatologica della fede. Nella Parousia finale il Messia, sarà l’instauratore di un tempo nuovo (eschaton) “ultimo” dove la vita, sarà sostituita da una nuova realtà, metastorica e mitica anche se, per certi versi, già presente. In un futuro, da Dio volutamente non precisato, tutti i popoli della terra riconosceranno la sua sovranità e il Messia sarà riconosciuto da tutti nella stessa persona, uno di noi che forse è già all’opera.

La parola Messia (Mashiach) in ebraico e (Christos) in greco significa “Unto” cioè consacrato a Dio. Questo aggettivo, era riservato ai patriarchi, ai profeti, ai sacerdoti e ai re. L’unzione era il segno dell’appartenenza a Dio, unto come prescelto, come messo da parte per essere riservato a Dio. Per i cristiani l’epiteto “Cristos” aggiunto a Gesù, designa appunto l’unto del Signore, il messia, per eccellenza in quanto figlio di Dio. Ora facendo riferimento anche solo alle religioni abramitiche e monoteiste : ebraismo, cristianesimo e islam, mi piace pensare che il Messia sarà per noi occidentali sempre e comunque uno straniero. Sapremo accettarlo, riconoscerlo, udire la sua voce e seguire?

L’era messianica è da intendersi come una «cerniera tra due epoche», un primo periodo che mette fine a tutte le contraddizioni politiche e sociali – il giudizio finale e apre la strada al “mondo a venire”. Nell’apocatastasi sarà ristabilito l’ordine di ogni cosa come voluto inizialmente da Dio: “Il lupo abiterà con l’agnello, e il leopardo si sdraierà accanto al capretto; il vitello, il leoncello e il bestiame ingrassato staranno assieme, e un bambino li condurrà. La vacca pascolerà con l’orsa, i loro piccoli si sdraieranno assieme, e il leone mangerà il foraggio come il bue. Il lattante giocherà sul nido della vipera, e il bambino divezzato stenderà la mano nella buca del serpente” (Is 11:6-8). Tutte le contraddizioni e gli opposti saranno in equilibrio. Saggio, sarà colui che saprà capire e accettare, l’ineluttabilità di ciò che avviene per volere del Signore e saprà vivere la quotidianità con Amore verso tutti. Quando arriverà perciò il Messia?

Oggi se sapremo ascoltarlo come ci ricorda il salmo 95,7. Sapere ascoltare quindi il nostro prossimo, lo straniero, il bisognoso di ascolto, potrebbe essere proprio Lui il Messia atteso.

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