Addio Agitu
È di poche ore fa la notizia del brutale omicidio di Agitu Gudeta, per gli amici semplicemente ”Agi”, uccisa per futili motivi da un suo dipendente.
Avevamo incontrato Agitu qualche anno fa, al Salone del Gusto / Terra Madre del 2014 a Torino ed eravamo stati fra i primissimi a intervistarla e a raccontare la sua storia e quella della sua azienda, “La capra felice”, ricevendone l’impressione di una bellissima persona. La notizia della sua uccisione ci ha scosso profondamente, e vogliamo ricordarla ripubblicando alcuni stralci dell’articolo di allora, quando nessuno avrebbe potuto immaginare quale tragica fine il destino avesse in serbo per questa donna dal sorriso dolce, dai modi gentili e dal cuore grande e coraggioso.
Il testimonial del Trentino è lei. Il suo bel viso sorridente di giovane e dinamica ragazza etiope campeggia all’ingresso dello stand […] al Salone del Gusto, con scelta sorprendente e felice. È qui che abbiamo incontrato Agitu per farci raccontare la sua storia, particolare e ricca di spunti interessanti, decisamente fuori dal comune.
Parla con affabilità e passione, in un italiano perfetto e privo di accenti frutto degli studi universitari compiuti nel nostro paese. La sua è una vita di scelte radicali e coraggiose, spesso controcorrente: dopo gli studi in Etiopia, i genitori premono perché consegua la laurea negli Stati Uniti, ma in lei sono troppo forti le suggestioni per l’Italia, complice il retaggio del nostro passato coloniale, che ha lasciato numerose testimonianze in quei luoghi. Così, mentre la sua famiglia si stabilisce in California, lei decide di trasferirsi a Roma […]. Qui consegue la laurea in Sociologia, poi rientra in patria dove cerca di mettere a frutto le proprie conoscenze [..], ma l’esito non è dei migliori: in una società maschilista e patriarcale, l’entusiasmo e le capacità di una giovane donna vengono visti più con fastidio che con interesse.
A ciò si aggiunge la politica del governo, che continua a sequestrare le terre ai contadini per rivenderle alle multinazionali, che sfruttano il territorio in maniera intensiva per produzioni destinate ai ricchi e opulenti mercati occidentali. Agitu è così testimone diretta del fenomeno del land grabbing, letteralmente “accaparramento della terra”, una piaga che devasta in maniera sempre più profonda e pericolosa il tessuto socio-economico di Paesi che, sebbene ipocritamente definiti “in via di sviluppo”, vedono un peggioramento costante delle loro condizioni di vita. […]
Agitu vede bene l’ingiustizia e i rischi di queste politiche e cerca di opporsi e di difendere i piccoli proprietari, ma lo strapotere economico degli “invasori” multinazionali e i livelli di corruzione indicibili presenti a ogni livello di una burocrazia inefficiente e parassita non le consentono di agire in maniera efficace, anzi la costringono a tagliare con le proprie radici e a tornare nella sua patria d’adozione, l’Italia[…].
Nel corso di una vacanza in Trentino, Agitu si innamora all’istante di quella terra […] ospitale e decide di dare una nuova svolta alla sua vita: da sempre conosce le capre, animale endemico in Etiopia, dove la sua adattabilità e l’alto potere nutritivo del suo latte la rendono una risorsa preziosissima per le comunità di pastori e per la sicurezza alimentare, in particolare dei bambini. In breve, anche se con molte difficoltà, si trasforma in pastore “nomade”: si procura un gregge e un terreno dismesso su cui far pascolare gli animali, spostandoli a rotazione in modo da consentire alla vegetazione di rigenerarsi, e diventa produttrice di formaggi. […]
Una vita dura, affrontata però in modo volitivo, con un’energia non comune, “la forza delle donne”, ci dice con sensibilità e determinazione. Un contributo importante le arriva dai locali Gas, i Gruppi di acquisto solidale, che le assorbono quasi l’intera produzione, minimizzando i tempi della commercializzazione e lasciando più spazio per la cura degli animali […]. Una cura e una passione che si possono apprezzare assaggiando i suoi formaggi, così delicati da non sembrare neanche caprini. […]
Tutto ciò fa di lei una delle protagoniste del distretto biologico della Val di Gresta, area dedicata alla “gestione sostenibile delle risorse locali” che coniuga in perfetta sinergia la promozione del territorio e la produzione di alimenti biologici di elevata qualità. […]
Questa era Agitu, con la sua vita semplice e straordinaria al tempo stesso. Un esempio di integrazione,emancipazione femminile,riscoperta delle tradizioni, determinazione imprenditoriale, cura del territorio. Il tutto racchiuso da una personalità sensibile e aperta all’incontro con il prossimo, un carattere forte declinato con gentilezza. Lo confessiamo, siamo davvero rimasti traumatizzati dalla notizia della sua tragica fine e sentiamo che ci mancherà, anche se l’avevamo incontrata poche volte e solo per brevi attimi. Lascia dietro di sé un grande vuoto, che ci auguriamo possa essere colmato da qualcun altro che possa portare avanti il suo lavoro con lo stesso entusiasmo e la stessa dedizione. R.I.P.
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