Sallusti, i cattolici e i programmi dei candidati

Se l’editoriale del direttore Alessandro Sallusti, pubblicato oggi su Il Giornale, intendeva creare allarme tra i cattolici milanesi, potrebbe anche esserci riuscito, ma non per l’esito del prossimo ballottaggio, a cui per scelta dei Milanesi, concorrono due persone di grande equilibrio e moderazione come Moratti e Pisapia, ma proprio in virtù delle cose che ha scritto e dei toni che ha usato in quell’articolo.

I cattolici milanesi, tutt’al più potrebbero sentirsi preoccupati quando qualcuno cerca di strumentalizzare per la corsa a Palazzo Marino, nientemeno che l’intero magistero dell’Arcivescovo cardinal Dionigi Tettamanzi, e lo fa in modo sommario, irriguardoso verso la persona e l’istituzione, e palesemente mistificatorio.

Basterebbe aver letto gli annuali “discorsi alla città” alla vigilia di Sant’Ambrogio per vedere che la “politicità” dell’Arcivescovo è stata sempre ed esclusivamente rivolta al bene della città, di tutti e di ciascuno, iniziando dai più deboli. La sua insistenza sui temi della responsabilità, della solidarietà e della sobrietà ha avuto ed ha lo scopo di puntare alla formazione delle coscienze dei fedeli e di essere significativa anche per i non credenti, e non certo quello di entrare nel merito delle scelte politiche concrete che spettano al giudizio maturo e alla responsabilità personale di ciascun laico.

Non è un caso che uno dei gesti “politici” più qualificanti, compiuto dall’Arcivescovo a Milano sia stata l’istituzione del Fondo Famiglia Lavoro in favore di coloro che hanno perso il lavoro a causa della crisi. Tale iniziativa, che comunque ha mobilitato energie e risorse considerevoli, ma è stata pur sempre “una goccia nel mare delle necessità” prodotte dall’attuale crisi, si è posta soprattutto l’obiettivo di stimolare le istituzioni e la società milanese a compiere uno sforzo straordinario per fronteggiare gli effetti sociali della crisi ed ha riprendere la via dello sviluppo.

Le Acli, chiamate dall’Arcivescovo, insieme alla Caritas, alla gestione del Fondo Famiglia Lavoro, si sono chieste a loro volta “Noi cosa possiamo fare?”, e cercano di orientare la loro azione sociale alla luce delle nuove necessità create dalla crisi.

In vista di queste elezioni amministrative le Acli milanesi rivendicano con umiltà ma anche con un po’ di orgoglio, di aver svolto un ruolo politico: sin dallo scorso autunno ci siamo messi a lavorare sul programma e su un’idea di futuro per Milano, a partire dai problemi della città che avvertivamo nella nostra dimensione associativa e nel contatto con migliaia e migliaia di nostri concittadini. Da questo lavoro abbiamo costruito la proposta programmatica delle Acli per la città, intitolata “Milano reagisce alla crisi”, che abbiamo distribuito e presentato alle forze politiche e sulla quale domani e dopodomani i due candidati verranno a discutere con noi.

Per questo, con la serenità di chi cerca di operare per il bene della città, anche grazie allo straordinario riferimento morale e spirituale costituito dall’Arcivescovo Tettamanzi, rivolgiamo a tutti un appello ad abbassare i toni in questi giorni che precedono il ballottaggio e ad esprimere le proprie opinioni in modo civile e rispettoso degli interlocutori.

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