Carlo Beltrame, la ricerca sociale come strumento per governare i cambiamenti

Il sen. Riccardo Triglia ci ricordava sempre l’importanza del ruolo giocato da Carlo nelle scelte della sinistra democratico cristiana degli anni sessanta del secolo scorso a Casale Monferrato. Negli anni di lavoro a Milano e per i contatti stabiliti con personalità del milanese (in particolare Bassetti futuro Presidente della Regione Lombardia) e con il mondo della <Base>, la corrente di Marcora e Granelli alle cui riunioni non di rado partecipava, portava agli amici casalesi impegnati in politica le valutazioni, gli approfondimenti, le argomentazioni che erano alla base delle intuizioni di rinnovamento istituzionale e della necessità di profonde riforme che sottostavano alla formazione dell’alleanza di centro sinistra.

Beltrame alimentava le sue conoscenze e le sue motivazioni ideali anche con la collaborazione a riviste quali Stato Democratico ed Esperienze amministrative; ebbe anche un’intensa attività pubblicistica ne “il Giorno” di Italo Pietra, “Mondo Economico”, il “Corriere Vinicolo”, “Il coltivatore e giornale vinicolo italiano” oltre che nei settimanali locali “Il Monferrato” e “Vita Casalese”. Vi sarà anche un forte legame (dovuto soprattutto a ruoli di tipo professionale all’Ires della Regione Piemonte) con molte personalità della sinistra democristiana piemontese: tra queste Detragiache, Lombardini, Guido Bodrato, Giovanni Goria.

Per buona parte degli anni sessanta fu Assessore comunale a Casale Monferrato dove (anche con il supporto di Renzo Patria) gestì il Bilancio e la Programmazione nella Giunta di centro sinistra guidata dal sindaco Tartara. Diventato Direttore del CeDRES (centro di ricerche economico-sociali) abbandonò la politica attiva, restando però sempre collegato e a disposizione (con i suoi consigli e le sue analisi) agli amici della sinistra democristiana casalese: Giuseppe Gario (a cui trasmise la passione per le ricerche nel settore economico e che per alcuni anni fu direttore del Centro Studi del Comune, prima di passare all’IRER), il già citato Triglia, Paolo Ferraris, Riccardo Coppo. Essenziale il suo contributo per lo schema di piano territoriale del Comprensorio di Casale Monferrato: le sue elaborazioni hanno supportato il nostro impegno per l’identità di area e dato forza alle prospettive lo sviluppo territoriale, ad iniziare dai trasporti, e dalle aree industriali. Anche alcuni di noi, che avevamo ruoli di seconda fila, hanno potuto beneficiare non solo della sua amicizia, ma anche del supporto professionale quando necessario per definire alcuni orientamenti e scelte di carattere amministrativo; nel mio caso proprio a livello comprensoriale.

Carlo ha sostenuto, anche firmando volantini, la nostra candidatura per i Consigli di Quartiere di Borgo Ala. Di lì è partita la presenza di una nuova generazione dei cattolici democratici in città.

Negli ultimi cinquant’anni non ha mai fatto mancare il suo apporto di dati sulla situazione delle aziende, su quella demografica, su quanto veniva modificandosi e migliorando nella produzione vitivinicola. Personalmente devo anche riconoscere l’aiuto fornito a suo tempo, grazie ai dati elaborati, al progetto diocesano “Agenda di Speranza per il Monferrato”. Continuava anche in questi ultimi mesi (“avvicinandosi il redde rationem” come scriveva lui) a fornire contributi utili a leggere la situazione. Come aveva fatto in precedenza quando prospettava le dinamiche future, su richiesta del suo Parroco dell’epoca (don Gigi Gavazza, che ne era il responsabile), per definire gli impegni dell’Ufficio diocesano di pastorale sociale.

Senza dilungarmi oltre, aggiungo solo che è stato fondamentale il lavoro svolto in Provincia, attraverso il CeDRES. Ad Alessandria, lo ricorda lui stesso negli appunti sulla sua storia lavorativa, ha operato con Genovese, con Vandone, con Livraghi, con Simonelli (col quale ha pure collaborato a livello Regionale per Piani Regionali di Sviluppo). In Regione l’amico Paolo Ferraris ha potuto approfittare, nel suo ruolo di Assessore, di qualche benevolo consiglio di Carlo.

Era legatissimo alla sua Rosignano e ai produttori vitivinicoli del Monferrato (da Ravizza, a Vergnasco per citarne due soltanto). Va pure ricordato che Carlo è stato <sinodale> durante il Sinodo diocesano.

Voglio anche ricordare gli incontri, tenuti alla Cascina Grup di Riccardo Coppo a fine anni novanta, in cui si ragionava della situazione locale e nazionale non meno in fermento di quella odierna; la cosa rilevante era la presenza anche di giovani che stavano ad ascoltare e traevano ispirazione anche dalla interpretazioni che venivano anche da una serie di freddi numeri, i quali però rappresentavano famiglie, lavoratori, produttori e realtà socio economiche che sono l’elemento costitutivo delle comunità.

Prima dell’epidemia che ha costretto al lockdown, ci si incontrava alla Messa domenicale in Parrocchia, scambiandoci qualche commento. Gli ultimi incontri sono stati alla Messa di Pasqua e nei giorni precedenti perché mi ha voluto regalare un libro su Carlo Carretto: una specie di simbolo dei suoi valori (la religiosità, la preghiera, l’impegno sociale, l’essere dalla parte del rinnovamento, la laicità). Questo era Carlo. Così lo ricordo. E spero che venga riconosciuta la sua impronta non solo come studioso e ricercatore, ma anche per una presenza politica qualificata dal cattolicesimo democratico.

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