Ucraina: giusto fermare la prepotenza russa ma pace è il nome della vittoria da conquistare
di Alberto Mattioli
La Cina ha fatto una proposta, l’UE ha un progetto ?
Ogni notiziario è un film dell’orrore tra disastri ambientali, oppressioni violente, guerra e quindi morti e morti e sangue a fiumi. Dal fronte ucraino, dal mare mediterraneo, dall’Iran, dall’Afghanistan e da tante altre parti del mondo. Pensavamo di aver raggiunto il massimo della nostra bestialità nel ‘900 con la seconda guerra mondiale, l’Olocausto e le bombe atomiche e invece pare che ce la mettiamo tutta per fare peggio. Eravamo appena usciti dal panico della pandemia e si e’ aggiunta la guerra a ridosso del cuore europeo, dopo 70 anni di pace.
E con essa avanza minaccioso lo spettro del conflitto tra oriente e occidente, della terza guerra mondiale e dell’apocalisse nucleare. Dio e’ morto diceva Friedrich Nietzsche ma ammesso e non concesso, certo l’uomo non se la passa meglio. Siamo eredi di Caino e Abele ed è una lotta continua fra bene e male, fra guerra e pace. Ma Abele deve prevalere non solo perche’ giusto ma perche’ mai come oggi l’alternativa potrebbe essere la fine dell’umanita’. E allora se ci vogliamo bene dobbiamo investire non in un continuo di più di armi ma in un di più di dialogo e diplomazia. L’Ucraina e’ il paese aggredito, la Russia e’ l’aggressore che alza continuamente la posta della tensione per dividerci.
Dobbiamo certo reagire uniti, come è stato ben fatto, per fermare la prepotenza ma dobbiamo anche evitare di divenire strumenti di un regolamento di conti geopolitico alimentato dallo spettro dello scontro di civiltà. Le organizzazioni mondiali, Onu in primis, sono paralizzate dai veti incrociati fra interessi economici-militari e relative alleanze. L’Unione Europea ha dimostrato fermezza e insieme a Usa e UK ha garantito un forte sostegno all’Ucraina impedendo a Putin l’annessione. Ma contestualmente bisogna ora avviare una seconda fase per non farsi assorbire dalla logica dello scontro totale per abbattere l’orso russo. E’ comprensibile che l’indomita Ucraina ora indichi di perseguire la vittoria totale recuperando tutti i suoi territori fino anche alla Crimea, ma è realistico e a quale costo ? Torniamo agli accordi di Minsk o azzeriamo tutto ? Chi scrive certo non lo sa ma registra che molti esperti militari avvertono che il conflitto e’ ora impantanato e che non può esserci un vinto e un vincitore il che peraltro, date le premesse, è già una vittoria dell’Ucraina e una sconfitta di Putin. Ma il continuo rialzo della posta crea una tensione rischiosissima che potrebbe sfuggire di mano per cui occorre dispiegare tutta la potenza diplomatica ed economica necessaria per costringere all’arresto del conflitto e ripresa dei negoziati.
La Cina ha fatto un passo proponendo un piano di pace, certo piu’ vicino agli interessi russi ma che non va disprezzato. Lo stesso Zelensky auspica un incontro con il Presidente Xi Jinping. Il Brasile di Lula tenta mediazioni. L’Europa ha un piano ? Occorre intromettersi politicamente nell’asse russo cinese per evitarne il consolidamento, controproponendo un piano che colga i punti, e ce ne sono, su cui si puo’ convergere per cercare un accordo. Occorre la mobilitazione mondiale di un fronte per la Pace perché i popoli questo vogliono. Occorre raccogliere l’incessante sforzo di Papa Francesco per riaprire canali di dialogo. Il vero nome della vittoria è Pace, che non si conquista sul campo di battaglia che è solo il luogo preliminare dove si ferma la prepotenza violenta. Con la sconfitta del nazifascismo in battaglia, si fermarono gli assassini ma la pace e’ stata costruita poi dall’Europa con un lavoro politico-culturale capace di superare le lacerazioni tra scuse e riconciliazioni. Questa è l’unica vita quaggiù che possiamo vivere, non c’è un pianeta B. E per questo non possiamo che essere uomini di pace, che la cercano e la devono trovare.
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