Maternità surrogata, pratica disumana. Sì al reato universale
Il desiderio di diventare genitore è quanto di più grande riscalda il cuore umano. E tuttavia anche le aspirazioni più nobili e allo stesso tempo naturali trovano dei limiti quando incrociano la libertà e i diritti degli altri. È il caso del ricorso alla gestazione per altri (gpa) come rimedio alla infertilità oppure nel caso di convivenze fra persone dello stesso sesso.
La maternità surrogata implica la mercificazione dei nascituri e delle loro madri, provoca un distacco disumano e innaturale tra la madre biologica e il figlio, che è un legame intimo e profondo che si stabilisce dal momento del concepimento al momento del parto e non reversibile se non con reciproci danni e sofferenze.
La gpa appare inaccettabile anche quando viene proposta come solidale, vale a dire con la disponibilità di una donna ad affrontare una gravidanza per amici, non solo perché non esistono criteri oggettivi per stabilirlo ma perché in ogni caso i diritti del bambino vanno tutelati.
I temi etici non possono essere fagocitati nel tritacarne della normale dialettica politica, vanno sottratti alla logica di scontro fra schieramenti. Pertanto, la legge relativa all’introduzione del reato universale per la gpa, che ha già ottenuto l’approvazione di una Camera, non implica un giudizio sugli schieramenti politici. Le valutazioni sono trasversali e rispondono a diverse sensibilità culturali, sulle quali occorre impegnarsi ad approfondire il dialogo per trovare possibili punti di intesa in modo tale che la misura che otterrà l’approvazione definitiva, possa rappresentare il più largamente possibile il comune sentire della nazione su questo delicato e fondamentale tema.
In particolare va registrata positivamente la contrarietà alla maternità surrogata di molte associazioni e movimenti del campo progressista e di quello della piena promozione dei diritti delle donne.
L’affermazione di un principio di civiltà e di umanità, come quello sotteso al divieto della gpa, va ottenuta evitando un clima di scontro ma cercando di capire le preoccupazioni e le critiche che vengono mosse, cercando soluzioni, in linea col il principio che si intende affermare ma che allo stesso tempo possano tentare di dare risposte il più possibile rassicuranti sui problemi posti. Questo se si ha a cuore il bene comune, anziché una sterile, è il caso di dirlo, diatriba ideologica.
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