Politici credibili per una speranza affidabile

Alberto MattioliIl risultato delle elezioni conferma che i cittadini sono sfiduciati e vogliono un cambiamento capace di produrre un domani almeno un pò meglio dell’oggi. Chiedono una speranza possibile, meglio se affidabile.
Ma per cambiare realmente lo stato -complesso- delle cose, occorrono entusiasmo, coraggio e sapienza. Per chi ce l’ha, anche fede; un amico non praticante mi ha ricordato che la fede è futuro
In Francia ha vinto Hollande che i quotidiani hanno definito “Monsieur normal” ironizzando sulla mancanza di carisma.
E’ un difetto o una virtù? L’arcivescovo Tonini interpellato in merito ha così risposto: “..In tempi difficili..un uomo politico deve dare maggiore peso alle idee piuttosto che all’apparire, essere coerente e umile“. Concordo pienamente. Occorrono uomini credibili che svolgano con competenza e responsabilità i ruoli loro affidati, peraltro tutti noi siamo chiamati allo sforzo del cambiamento nella quotidianità. Il cambiamento e lo sviluppo non dipendono tanto solo dall’azione dei governi quanto dai comportamenti quotidiani di milioni di cittadini, ciascuno dei quali possiede in sé, nell’anima, quei valori, passioni, fiducia e desideri che sono le sorgenti che alimentano la vita sociale ed anche economica.
Ancora Mons. Tonini, circa i politici, richiama Pascal il quale sosteneva che esistono due tipi di persone, quelle dotate di esprit de finesse, cioè la finezza dell’agire con la forza della sapienza unita al rispetto degli altri e quelle dotate di esprit de géométrie ovvero i calcolatori. Mons Tonini preferisce le prime e, ça va s’en dire, anche io. Non che i calcoli non servano, ma essi da soli non bastano a costruire; la situazione dell’economia, affidata solo alla speculazione del mercato, è lì a ricordarcelo.Tanti decenni fa, il ribelle P.P.Pasolini denunciava la deriva del laicismo consumistico.  La politica è un affare immenso, non un gioco d’azzardo.
A proposito di economia, recentemente è stato beatificato Giuseppe Toniolo, eminente economista di fama internazionale che nel 1905 ricevette da Pio X l’incarico di riorganizzare il laicato cattolico.
Siamo nel tempo tra l’Ascensione e Pentecoste e quello successivo è il tempo della testimonianza. Toniolo è un esempio laico per tutti, per credenti e anche non.
I cinque primati irrinunciabili dello statista veneto erano:
1. il primato della persona: ovvero l’irriducibile uguaglianza di tutti gli uomini dalla quale discende il rispetto della dignità di ognuno e il rifiuto di ogni discriminazione in base alle origini, alle capacità o ai risultati lavorativi;
2. Il primato della cultura: Toniolo ispirò la fondazione della Università Cattolica;
3. il primato degli ultimi: quale metro di misura nella costruzione della società;
4. il primato dell’etica: ” noi credenti sentiamo, nel fondo dell’anima, che chi definitivamente recherà a salvamento la società presente non sarà un diplomatico, un dotto, bensì un santo, anzi una società di santi”;
5. il primato della società civile: la società era per lui un corpo le cui entità erano come membra che lo stato non poteva schiacciare o atrofizzare;
Civiltà cattolica nel 1925 così lo definiva: ” E’ uno di quegli uomini più completi; cha sanno congiungere la integrità della fede viva col senso più giusto delle esigenze moderne che, pertanto, sono destinati ad esercitare una salutare influenza per la soluzione non solo delle questioni sociali e di democrazia, ma di quella crisi di intelletti e di coscienze che ci travaglia”.
Tempi ed esempi lontani qualcuno penserà.
Ma quando il cambiamento bussa alla porta della storia, il passato ci cerca per svelarci il futuro.

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