Le dimissioni di Benedetto XVI e il cammino della Chiesa
Più passano i giorni dalle sue dimissioni dal soglio pontificio e più viene sempre a risaltare il coraggio del gesto compiuto da Benedetto XVI. Coraggio nel fare qualcosa che pareva incredibile e che, nonostante alcuni precedenti storici che affondano in secoli lontani, rappresenta comunque un fatto davvero eccezionale.
Papa Ratzinger con straordinaria umiltà ha rimesso il suo mandato non sentendosi più fisicamente in grado di assolvere adeguatamente ai suoi compiti. E d’altra parte basti pensare agli spostamenti in giro per il mondo che caratterizzano la missione papale per rendersi conto che un’età avanzata, quasi 86 anni, possa costituire realmente un serio ostacolo. Siamo di fronte alla nobile e libera scelta di un uomo che subordina tutto se stesso al bene della Chiesa.
Tra pochi giorni si aprirà il Conclave, verrà eletto un nuovo Papa e la vita della Chiesa proseguirà come sempre in questi venti secoli di storia, in una missione che la trascende. Il generoso mettersi a disposizione di Benedetto XVI è qualcosa di prezioso proprio per questo, poiché ci consente di porre il nostro sguardo sull’essenziale della Chiesa che, a differenza di ciò che forse pensa la cultura laica, è soltanto Gesù, figlio di un Dio che si fa uomo.
Per il resto è inutile lasciarsi andare ad altre speculazioni riguardo l’avvenire della Chiesa, magari pensando alle indubbie difficoltà della nostra epoca, non certo troppo dissimili da altre prove che si sono poste in altri momenti storici non meno tormentati. Il mondo laico spesso si ostina poi a contrapporre una Chiesa conservatrice ad una progressista, come si farebbe con due fazioni a sfondo politico. Pensando, ad esempio, che possa esservi il compimento di una visione post conciliare in netta rottura col passato, magari con un radicale cambio di rotta su molte questioni ed in particolare su quelle che riguardano la sfera etica.
Si tratterebbe, nell’ottica di questo pensiero laicista, di mettere sostanzialmente la Chiesa al passo con i tempi e con la società di oggi. Come se questo allineamento rappresentasse davvero la panacea rispetto ai problemi che attanagliano la cattolicità e, comunque, un obiettivo da conseguire o un approdo cui giungere. Vero semmai è esattamente il contrario.
Basti soltanto pensare al disorientamento culturale, e addirittura antropologico, della società odierna su temi decisivi quali: la famiglia, quando vengono sostenute le nozze gay con il corredo dell’adozione dei figli; la sessualità, troppo spesso sganciata dall’amore e dalla dignità della persona; l’inviolabilità della vita umana dal concepimento alla morte naturale, messa in sordina quando si propugna l’aborto o l’eutanasia.
Onestamente non ci pare questa la strada che la Chiesa deve seguire. Non è andando più o meno incontro ai modelli (si fa per dire) che vanno per la maggiore nella società di oggi che la Chiesa svolgerà appieno la propria missione di fede che si riverbera anche nella tutela della dignità dell’uomo. Non è d’altronde la ricerca della popolarità il fine della sua missione, quasi fosse un soggetto che opera secondo i criteri propri ad altre sfere, a cominciare da quella politica.
Pertanto pare fuori luogo immaginare una cesura a partire dal prossimo pontificato con una Chiesa volta a rincorrere ad ogni costo questa presunta modernità, assecondando il materialismo consumista, ammantato di spinte libertarie, che purtroppo informa il nostro vivere. Una visione utilitaristica dell’esistere nel segno di una disperata soggettività individuale, completamente priva di punti di riferimento.
Più consono pensare invece ad una Chiesa che entra nel mondo, vi parla insieme, ascoltandone con carità ogni riverbero sociale ed ogni anelito individuale, proponendo poi la propria prospettiva, quella della verità cristiana. Carità e Verità (non a caso, temi dell’ultima enciclica di Benedetto XVI), i due momenti che scandiscono l’esistenza della Chiesa che sempre si muove ed agisce ad immagine e somiglianza del Signore.
Non dunque blandire la società in cui si vive, ma camminarvi insieme cercando di comprenderla e, quindi, di amarla. In questa proposta di amore sta il senso della Chiesa e proprio questo significa essere Via, Verità e Vita anche nel nostro tempo che ci pare tanto tribolato.
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