Pensieri di Natale

Non bisognerà dimenticare troppo rapidamente la celebre operazione “White Christmas” messa in atto dalla giunta leghista di Coccaglio. Perché è cartina di tornasole della questione sicurezza nel profondo nord, del populismo e degli effetti della crescente ossessione xenofoba su cui soffia la Lega subalpine forse visto l’esaurimento di idee politiche riformsatrici. Nel quieto paese tra le colline vocate a vino della Franciacorta il 24 ottobre il comune ha lanciato un’operazione di censimento degli irregolari. L’obiettivo era stanare con i vigili chi non è in regola e non ha avviato le procedure di rinnovo perché disoccupato. L’operazione terminerà il 24 dicembre.

Circa il 10 per cento degli 8mila abitanti sono immigrati, quota quadruplicata in questo decennio. Non è una novità in una zona agricola e non è un caso che si sia deciso di agire a vendemmia ultimata e manodopera in esubero. Succede però che la Franciacorta diventi un caso nazionale perché in quel fine settimana di metà novembre a Rovato un immigrato marocchino sotto l’effetto della cocaina ha investito e stuprato ripetutamente una giovane e accoltellato il suo ragazzo. E due giorni dopo, durante una fiaccolata di protesta, due immigrati kosovari vengono malmenati senza ragione da giovani ubriachi del luogo. L’ideatore di White Christmas, l’assessore alla sicurezza di Coccaglio Abielli irrompe allora sulla scena. A chi gli fa notare l’infelicità della scelta del nome White Christmas per un’azione di caccia allo straniero non in regola, ribatte a muso duro di essere cattolico e di non considerare il Natale festa dell’accoglienza, ma dell’identità cristiana. Credente padano doc, assicura che l’8 novembre era a Brescia a salutare il Papa. Il sindaco Cordelli, intanto, cambia registro. La scelta del nome, ammette, è stata “infelice”. Di più, una trovata goliardica. Via i clandestini per far tornare bianco il Natale. Divertente. Altro che il buonismo, i Magi, i pastorelli, Gesù che nasce povero in una grotta, Giuseppe e Maria partoriente rifiutati da tutti e la stella cometa. Chissà perché i leader nazionali dicono poi di voler mettere la croce sulla bandiera.
E la chiesa locale? Il parroco, don Gritti, forse incredulo, difende la sua comunità dicendo che non ci sono razzisti. Muti le associazioni e i laici, agitati i centri sociali, saggiamente assumono l’iniziativa le sei parrocchie della Franciacorta, che diffondono la settimana scorsa un messaggio di Avvento molto chiaro sul dovere dell’accoglienza del diverso da parte dei credenti. Senza polemiche si dicono amareggiate e richiamano alla solidarietà con i lavoratori di qualunque nazionalità. E invitano per domenica prossima a una veglia di preghiera. Che potremmo anche definire riparatrice delle dichiarazioni dell’assessore sceriffo sul significato della Natività e della “goliardata” sul Natale nero e su quello bianco. Che intanto ha abbassato di un’altra tacca il livello della convivenza civile.

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