Un Paese unito nella povertà

In questo periodo di crisi, dove assistiamo impotenti all’impoverimento della popolazione, chi è povero diventa sempre più povero ed anche il ceto medio continua ad impoverirsi, con prospettive future preoccupanti. Chi ha la fortuna di avere un lavoro e riesce a mantenerlo fino a quando andrà in pensione, con il pensionamento subirà una forte riduzione del suo reddito. Anche chi ora ha il privilegio di godere di una pensione dignitosa non ha buone prospettive, persistendo il blocco della rivalutazione, in un periodo medio lungo il suo potere di acquisto continuerà ad essere penalizzato al punto che chi è sul confine della soglia di povertà rischia di scivolare in basso.

La situazione peggiore tocca alle persone che perdono il lavoro e ai giovani e meno giovani che non lo trovano. La mancanza di lavoro sta mettendo in crisi molte persone e la stessa struttura sociale del nostro paese, a partire dalla famiglia, che in questi anni sta svolgendo il ruolo di ammortizzatore sociale. L’assenza di un minimo di attenzione per sostenere i nuclei familiari più deboli mette in crisi la struttura di base del nostro vivere sociale. E’ sempre più difficile formare una famiglia: l’età media di chi contrae matrimonio si alza, gli appartamenti diventano sempre più piccoli e più costosi, avere dei figli sembra quasi un lusso. In questa situazione è sempre più frequente vedere famiglie che vanno in crisi, con separazioni che concorrono ad un ulteriore impoverimento delle persone.

Come amministratore locale e come cattolico, vivo quotidianamente la sofferenza di non poter dare un aiuto o un contributo concreto a chi non ha risorse sufficienti per i bisogni primari, sofferenza esasperata dalla difficoltà di influire sugli organi politici decisionali. In questa situazione e con queste prospettive si sente sempre più forte la necessità di un cambiamento che difficilmente verrà dall’alto. Oggi è diffusa la sensazione che i parlamentari e le segreterie nazionali dei partiti siano concentrati sulle grandi manovre, spesso finalizzate principalmente a mantenere poteri e privilegi acquisiti, trascurando i bisogni dei cittadini. Il vero cambiamento può partire solo dalla base, dalle persone di buona volontà che hanno a cuore il bene comune, con azione concrete a iniziare da incontri formativi nei quali condividere l’analisi della situazione per poi passare a iniziative che abbiano un peso politico.

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