I super-tutori
Sono firme vere. Si vorrebbe che fossero false perché si stenta a credere che persone tanto dotte e rispettabili possano scrivere assurdità del genere, ma purtroppo sono firme vere.
Parlo di quelle in calce all’incredibile appello promosso da “Libertà e giustizia “ e comparso a tutta pagina sul “Fatto quotidiano” (e dove se no?), in cui si accusano Renzi e Berlusconi di imprimere una “svolta autoritaria” al nostro Paese tramite la nuova legge elettorale e la correlata riforma del Senato e del Titolo V, e magari l’ampliamento di alcuni poteri del Presidente del Consiglio come la possibilità di nominare e licenziare i Ministri (cosa che accade regolarmente da quasi vent’anni nei Comuni, nelle Province e nelle Regioni ma i firmatari non lo dicono). Il manifesto si conclude con un accorato appello alla base del PD (ed anche ai parlamentari “dissenzienti”) affinché si rivoltino contro le decisioni assunte democraticamente dagli organi dirigenti del loro partito e lascino al loro destino questi loschi personaggi (non li chiamano “socialfascisti”o “demotraditori”, ma lo stile e la mentalità sono quelli).
Manca solo l’appello finale a votare per la Lista Tsipras, ed è un vero peccato perché permetterebbe di archiviare questo testo nella cartella “propaganda elettorale”, magari con un qualche compiacimento per avere evitato che uno come Stefano Rodotà seriamente arrivasse al Quirinale. Invece no, questo testo, scritto e firmato da persone , lo ripetiamo, rispettabili e serie pretende di essere un testo imparziale, ispirato ad interessi superiori e pensoso del bene comune.
Come se anni di dibattito non ci fossero mai stati, che se il PCI non avesse espresso fin dal 1983 la sua preferenza per un sistema monocamerale, come se Giuseppe Dossetti non avesse mai reiteratamente dichiarato il suo scetticismo verso il bicameralismo perfetto, come se non vi fosse stata una critica approfondita del Titolo V e delle sue conseguenze da parte di tutti gli studiosi più seri e dei legislatori ed amministratori più avvertiti, come se lo stesso Presidente della Corte costituzionale non avesse implicitamente ammesso la coerenza con la sentenza 1/2014 (quella che ha profondamente corretto il “Porcellum”) dell’impianto del progetto di legge passato alla Camera, e come se non avessimo ripetuto le diecimila volte che le vere riforme sono quelle che si fanno con l’accordo di tutti ( e fra i tutti è ricompresa anche Forza Italia, che nel Parlamento e nel Paese c’è eccome, a differenza dei firmatari dell’appello).
Tanto astio e tanto livore fanno impressione, e spaventano vieppiù nel momento in cui dal fondo limaccioso di certi siti web tracima un odio feroce nei confronti del PD e del suo capo, sottoposti ad insulti sanguinosi che possono trovare anche in documenti come questo (certo al di là delle intenzioni dei firmatari) se non una legittimazione certo una parvenza di argomentazione: che cosa non si può dire, e fare, contro chi vuole attentare alla democrazia e promuove una svolta autoritaria?
Dispiace autocitarsi, ma se qualche settimana fa avevamo scritto che l’avvento di Renzi alla guida del PD aveva avuto l’effetto di liberare il partito dall’ingombrante ipoteca dello scalfarismo da un lato e dei popolari e socialdemocratici di mestiere dall’altro, ora dobbiamo dire che ben altra ipoteca è venuta meno, ed è quella di certi presunti super–tutori che hanno requisito la Costituzione come se fosse il loro personale pascolo , e da autoproclamati papi laici emettono anatemi e scomuniche come il Papa vero mai si sognerebbe di fare, e si rodono perché nel maggiore partito della sinistra vi è un gruppo dirigente che ritiene che siano gli elettori ed i militanti a legittimare una linea politica e non l’umore di un qualche solone che parla per sé e per una ristretta porzione di amici suoi.
E’ una buona notizia, dopotutto, per una politica che si riprende la sua autonomia.
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