“Usa e Francia hanno favorito l’ascesa dell’Isis” . La denuncia dell’arcivescovo siro-cattolico mons. Hindo

Mentre i media occidentali enfatizzano la ferocia delle milizie dello stato “islamico” che hanno compiuto un nuovo rapimento di circa 150 assiro-cristiani in Siria, la denuncia dell’arcivescovo siro-cattolico di Hassaké-Nisibi, monsignor Jacques Behnan Hindo, rilanciata dall’agenzia Sir, non troverà spazio sui grandi media. Per il semplice fatto che il presule dice delle verità scomode che demoliscono la rappresentazione manipolata dei fatti che viene offerta all’opinione pubblica.

Secondo mons. Hindo, l’offensiva dei jihadisti ha messo in luce responsabilità e comportamenti deplorevoli: «Voglio dire chiaramente – dichiara l’arcivescovo a Fides, l’agenzia del Pontificio Consiglio per la Propagazione della Fede – che abbiamo la sensazione di essere stati abbandonati nelle mani dei miliziani dell’Is. Ieri (23 febbraio, ndr) i bombardieri americani hanno sorvolato più volte l’area, ma non sono intervenuti. Abbiamo cento famiglie assire che hanno trovato rifugio ad Hassakè, ma non hanno ricevuto nessun aiuto dalla Mezzaluna Rossa e dagli organismi governativi siriani di assistenza, forse perché sono cristiani. Anche l’organismo per i rifugiati dell’Onu è latitante».

L’agenzia dei vescovi italiani ha inoltre ripreso le seguenti affermazioni dell’arcivescovo siro-cattolico mons. Hindo a Fides: «Con le loro politiche sciagurate, soprattutto francesi e statunitensi, con i loro alleati regionali, hanno favorito di fatto l’escalation del Daesh (acronimo arabo con cui s’indica lo Stato Islamico). Adesso perseverano nell’errore, commettono sbagli strategici grotteschi come l’annuncio sui media della ‘campagna di primavera’ per liberare Mosul e si ostinano a interferire con interventi irrilevanti, invece di riconoscere che proprio il sostegno da loro garantito ai gruppi jihadisti ci ha portato a questo caos e ha distrutto la Siria, facendoci regredire di 200 anni».

L’arcivescovo Jacques Behnan Hindo, ordinario dell’arcieparchia siro-cattolica di Hassaké-Nisibi in Siria, a Fides conferma che anche la nuova evoluzione del terrorismo a sfondo fondamentalista, l’Isis, non avrebbe potuto affermarsi senza un coinvolgimento di alcuni stati occidentali e dell’area medio orientale. In particolare accredita il sospetto che gli interventi americani in territorio siriano di fatto abbiano come obiettivo il regime di Assad più che le orde dell’Isis. Una controprova viene dal fatto che quando la piccola Giordania ha deciso di colpire l’Isis per rappresaglia all’uccisione di un pilota giordano da parte dei terroristi, le forze dell’Isis hanno riportato danni consistenti. Una operazione simile ha fatto l’Egitto, colpendo alcune roccaforti fondamentaliste in Libia. Non altrettanta determinazione dimostrano invece proprio coloro che si ergono a paladini della lotta globale al terrorismo e non sufficiente autonomia dimostra la stampa “libera” nel raccontare le contraddizioni, le collusioni e le ambiguità che caratterizzano il rapporto tra chi fomenta, finanzia ed arma il terrorismo fondamentalista e chi invoca l’unità dell’occidente per combatterlo.

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