Papa Francesco: questa economia uccide, curarsi dei poveri è Vangelo
“Finora non c’è stato un documento specifico di papa Francesco dedicato all’economia. Abbiamo perciò cercato un <filo rosso> che legasse i suoi interventi in argomento, a partire dalle pagine della Evangelii Gaudium che sono state destinate all’ argomento”, questa la ragione del libro: “Papa Francesco, questa economia uccide” (edizioni Piemme), scritto a due mani da Andrea Tornielli e da Giacomo Gaelazzi, giornalisti vaticanisti de “La Stampa” e del sito, “Vatican Insider”, dedicato all’informazione ecclesiale, ormai noto in tutto il mondo con la sua edizione multilingue.
“Oggi dobbiamo dire <no a un’economia dell’esclusione dell’iniquità>. Questa economia uccide. Non è possibile che non faccia notizia il fatto che muoia assiderato un anziano ridotto a vivere per strada, mentre lo sia il ribasso di due punti in Borsa …” –sostiene Francesco. Questa economia: “Quando al centro del sistema non c’è più l’uomo, ma il denaro, uomini e donne non sono più persone, ma strumenti di una logica dello <scarto>, che genera profondi squilibri. I mercati e la speculazione finanziaria non possono più godere di autonomia assoluta” – continua il papa.
Francesco, come spiegano gli autori, non attacca genericamente il sistema economico, ma lo condanna quando un capitalismo sfrenato è come Erode che “ha seminato morte per difendere il proprio benessere, la propria bolla di sapone. E questo continua a ripetersi”.
Libro interessante e pieno di citazioni, che ci fa comprendere come un papa venuto dalla periferia del mondo si inserisca sia accanto alla più antica tradizione dei Padri della Chiesa che ai suoi più moderni documenti della dottrina sociale.
Nell’intervista esclusiva, che il pontefice ha concesso agli autori e che conclude la pubblicazione, sono citati sia sant’ Ambrogio: “Non è del tuo avere che tu fai dono al povero; tu non fai che rendergli ciò che gli appartiene”; che san Giovanni Crisostomo: “Non condividere i propri beni con i poveri significa derubarli e privarli della vita”; ma anche Paolo VI: “La proprietà privata non costituisce per alcuno un diritto incondizionato ed assoluto, e nessuno è autorizzato a riservare a suo uso esclusivo ciò che supera il suo bisogno, quando gli altri mancano del necessario” (Populorum Progressio).
Francesco marxista, come alcuni l’hanno accusato? “Non ho parlato da tecnico, ma secondo la dottrina sociale della Chiesa. E questo non significa essere marxista. Forse chi ha fatto questo commento non conosce la dottrina sociale della Chiesa e, in fondo, non conosce poi così bene nemmeno il marxismo” -risponde.
Non viene, infine, dimenticata la responsabilità della politica nella guida dell’economia, e della necessità di” guide” per la formazione di nuova classe dirigente , come accadde in Italia, quando un giovane Montini, pur sotto il fascismo, sostenne o formò statisti come De Gasperi e Moro: “Ma se oggi non si vedono i De Gasperi, non si scorgono neanche i Montini”, come ha commentato Tornielli in occasione di una presentazione torinese del volume.
Scritto in agile tono giornalistico, è un libro imprescindibile da leggere, per coloro che hanno a cuore un’economia che abbia al centro la persona e non il profitto, quando questo è utile solo ai fini dei soliti noti e non della comunità intera.
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