Bruxelles sotto attacco

Mattina di sangue a Bruxelles, sotto attacco terrorista. Trentaquattro morti e oltre duecento feriti: due esplosioni all’aeroporto e due altri ordigni nella metropolitana. Questo il bilancio di una giornata che ricorda la terribile notte di Parigi del 13 novembre scorso. Ancora una volta giunge, fulminea, la rivendicazione dell’Isis, che allunga con queste nuove stragi, la tremenda scia di sangue inaugurata nella capitale francese.

Evidente la matrice fondamentalista, così come altrettanto evidente è che l’Europa, tutta intera, si trova sotto attacco. Simbolico il fatto che le stazioni della metropolitana siano quelle più vicine alle sedi delle istituzioni europee. Eppure, ancora una volta, come già nei giorni dei tragici fatti parigini, non dobbiamo cedere alla paura. Questo è, come sempre, l’obiettivo che si prefiggono questi criminali che usano impropriamente come schermo la religione islamica.

E’ chiaro che vogliono minare le basi del nostro vivere perchè l’Europa è un po’ l’antitesi al loro integralismo. Siamo un continente che, seppur segnato da gravi problemi e spesso incapace di fornire risposte adeguate, è la terra della libertà, della democrazia e di un elevato livello di convivenza civile. Una cosa insopportabile per il fanatismo che dunque torna ad uccidere colpendo alla cieca persone inermi.

Ancora poco si sa dell’accaduto. Nei prossimi giorni le indagini chiariranno molte cose. Però non ci si sbaglia di molto nel ritenere che esista un rapporto tra le nuove stragi e il recente arresto di Salah Abdeslam, l’ultimo terrorista del Bataclan e dello stadio di Francia sfuggito alla cattura. Non si era ancora spenta la soddisfazione per questo successo delle forze dell’ordine, quando ecco tornare la paura. Forse l’integralismo islamico, pur colpito dalla polizia, ha voluto lanciare un segnale della sua intatta capacità di fuoco. O magari ha dovuto anticipare un’azione da tempo pianificata e ormai prossima a venir scoperta.

In ogni caso, nessuna sorpresa. Sappiamo bene che l’Isis dispone di una vasta e ramificata rete di potenziali terroristi che si annidano nelle nostre contrade, pronti a colpirci. Qui non è in ballo, come sostengono alcuni, la questione dell’immigrazione e dunque dell’accoglienza di chi bussa alle nostre frontiere, perchè gli attentatori sono già a casa nostra. E’ gente cresciuta nella nostra Europa, non di rado giovani occidentali abbagliati dal terrorismo più fanatico.

Detto questo, è il momento di reagire. E per l’Unione europea ciò significa fare un passo in avanti verso una sua maggior integrazione. Cominciamo dalla sicurezza e dalla difesa, mettendo a fattore comune risorse, competenze ed energie. Occorre dar vita, al più presto, ad una struttura unitaria di investigazione, partendo da una comune banca dati, da un efficace coordinamento di tutte le forze dell’ordine, per giungere alla creazione di un corpo di polizia federale europeo.

Non si può continuare a marciare divisi, quando i terroristi si muovono uniti, colpendo in tutti i Paesi del continente. Siamo tutti possibili bersagli di questa follia criminale; eppure ce la faremo. Così come abbiamo battuto il nazismo, batteremo anche l’integralismo Isis. Ci vorrà tempo, saranno necessari molti sacrifici, ma a vincere sarà l’Europa della libertà e dei diritti umani.

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