Nasce una speranza nel cuore dell’Europa nonna
Ad inizio maggio è stato consegnato a papa Francesco il premio “Carlo Magno”, onorificenza che ogni anno viene assegnata a chi promuove l’integrazione e i valori europei. Pur restio a ricevere attestati e riconoscimenti, Bergoglio l’ha accettato, ritirandolo nel suggestivo scenario della Sala Regia del Vaticano, dove erano presenti molti capi di paesi e di istituzioni internazionali. Carlo Magno rappresenta una figura storica, franco tedesca, riconosciuta universalmente come un padre della nostra migliore storia e della comune cultura continentale, infatti la sede del premio è la città carolingia di Aquisgrana, la più occidentale della Germania, vicina al Belgio, proprio nel cuore dell’ Europa quasi senza confini, costruita (ahimè per poco) da quello stesso imperatore medioevale.
Per la cronaca, tra i grandi protagonisti della scena internazionale, tolto Mario Draghi, forse, non avrebbero saputo a chi altro assegnarlo, questa volta, … in quanto le personalità politiche che promuovano l’ Europa si fa davvero fatica a trovarle. Il Vescovo di Roma non ha perso l’occasione della consegna per ricordare a tutti a che punto sta il cosiddetto vecchio mondo: “Ho fatto un sogno…” -ha più volte detto, evocando un altro profeta come Martin Luther King- in cui l’ Europa riscopra le sue radici, ovvero la sua capacità d’integrare sempre culture distanti e diverse; in cui essere migrante non sia più un delitto; in cui ci sia accoglienza per chi non ha più nulla; un’ Europa che si riscopra madre generatrice e creatrice e non più solo nonna stanca, invecchiata e decaduta (con tutto il rispetto per le nonne che oggi più che ieri contribuiscono a portare avanti famiglie via via più povere e disastrate). Naturalmente tutti hanno approvato ed omaggiato la parole di Francesco, in alcuni casi dimenticando la costruzione di muri fisici o virtuali che, talvolta, alcuni di loro auspicano in patria.
Ma, più o meno contemporaneamente alla cerimonia, si è iniziata a diffondere la notizia che le elezioni a sindaco di Londra erano state vinte da un candidato di religione musulmana. Non sappiamo se il laburista Sadiq Khan, di origini pakistane, saprà ben guidare una delle più importanti città europee, ma il fatto che sia stato eletto ci sembra già una buona notizia e una coincidenza casuale, ma emblematica, col discorso del Papa, in quanto, in questa Europa stanca, la sua vittoria sembra quasi una risposta alle invocazioni e agli auspici dell’Argentino più famoso nel mondo. Il fatto che, indipendentemente dalla religione e dalla provenienza, per un ruolo così importante, non si sia guardato al “pedigree”, ma alle capacità, ci può riempire di speranza per il nostro avvenire (come fu a suo tempo per un presidente statunitense che aveva il padre africano, anche se non tutte le aspettative sono andate a buon fine, in quel caso).
Nel cuore dell’ Europa nonna possono ancora nascere culle per un futuro migliore, quando –a differenza di tanti altri luoghi del mondo- la religione o le origini possono non essere ostacoli per raggiungere posti di grande responsabilità. La tolleranza, la fraternità, l’eguaglianza e la libertà sono patrimonio di buona parte del vasto territorio che va dall’ Atlantico agli Urali, ma –forse- ce lo devono ricordare un figlio di emigrati piemontesi in America Latina e, potenzialmente, un politico inglese a cui auguriamo grandi successi, il cui nonno era fuggito dall’ India per continuare a professare la sua religione islamica.
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