Stati Uniti, strage terroristica in Florida

In una discoteca di Orlando, in Florida, all’estremo sud degli Stati Uniti, succede il finimondo. Un uomo entra nel locale armato di fucile automatico e pistola, inizia a sparare all’impazzata sulle persone presenti. Tragico il bilancio: 50 morti ed altrettanti feriti, per lo più giovani. L’assassino si chiama Omar Mateen, un 29enne americano di origini afghane. Già nel corso della sparatoria ha rivendicato la sua azione come strage compiuta sotto le insegne dell’Isis. Ancora una volta il fondamentalismo islamico colpisce alla cieca, facendo una carneficina in nome di un’ideologia folle, feroce e sanguinaria.

Questa volta nel mirino c’è un locale frequentato da omosessuali. Il movente sarebbe, per l’appunto da ricercarsi nella sessuofobia che anima gli integralisti, volti a punire l’omosessualità come una colpa da lavare col sangue. D’altronde tutto ciò che trasuda tolleranza e libertà rappresenta l’antitesi al folle mondo concepito da questo Islam radicale. Bersaglio dunque da colpire e distruggere in nome di un fanatismo ideologico e pseudo religioso che pretende di purificare il mondo.

Le indagini non hanno ancora chiarito in maniera definitiva se l’autore della strage sia un “cane sciolto” che odiava i gay, oppure, al di là della rivendicazione, si tratti di un vero e proprio affiliato al fondamentalismo islamico. Inutile però illudersi: questo assalto contro la nostra società aperta, laica e liberale continuerà ancora per molto. Uno scontro nel quale, a parte il confronto vero e proprio sul terreno militare stanando le roccaforti Isis, risulterà decisivo affinare e potenziare l’opera dell’intelligence per portare alla luce i circuiti integralisti presenti nei nostri Paesi. Qui può esservi spazio per le comunità islamiche, nell’isolare gli elementi più pericolosi. Altrettanto importante sarà bloccare i flussi di armi che giungono ai fondamentalisti e prosciugarne gli enormi finanziamenti che provengono da chi fiancheggia ideologicamente il Califfato.

Negli Stati Uniti si impone poi un altra questione: la libera circolazione delle armi. Troppo facilmente si riescono ad acquistare fucili automatici come quello usato dall’autore del massacro. Attenzione dunque a chi propone di consentire a tutti i cittadini di disporre liberamente di un arma per difendersi. Qualcosa che, se attuato, ridurrebbe soltanto la sicurezza delle persone, lasciandole alla mercé di una violenza inconsulta e incontrollata.

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