Conoscere i Brics per costruire insieme pace e sviluppo
Da Paesi emergenti a Paesi che prendono parte, insieme, alla dislocazione dei poteri ed alla riconfigurazione della governance mondiale in corso in questo XXI secolo: questi sono i Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa). Cinque paesi diversissimi fra loro che dal 2006 (ad eccezione del Sud Africa che si è unito a partire dal 2011) formano una associazione che ha lanciato iniziative su molteplici piani. Da quella per una maggior sinergia politico-diplomatica, ad una banca comune per lo sviluppo (la New Development Bank, con sede a Shanghai, e capitale di 100 miliardi di dollari), al coordinamento nel campo dell’istruzione, del lavoro e della ricerca. Il prossimo vertice dei Brics, l’ottavo, si terrà tra pochi giorni, il 15-16 ottobre a Goa in India, paese che detiene la presidenza di turno.
Non si può dunque che guardare con attenzione ed interesse a questi cinque Paesi in cui vive oltre il 40% della popolazione mondiale, che si estendono su oltre il 25% della superficie terrestre (tre dei quali, Russia, India e Cina nell’eurasia), che rappresentano più del 20% del pil mondiale.
Per l’Europa, ed a maggior ragione per un paese geograficamente ponte come l’Italia, si tratta di una attenzione doverosa e nel contempo non scontata, se solo si considera che
in quasi tutte le aree strategiche per la circolazione delle merci e per lo sviluppo di un grande e pacifico mercato euroasiatico sono state innescate violente divisioni e guerre (dall’Ucraina, al Caucaso, dall’Afghanistan, all’Iraq e alla Siria).
Mettere a tema il nostro rapporto con i Brics significa per questo esercitare una responsabilità, esser consapevoli che il futuro è nelle nostre mani. Se proseguirà la linea del contenimento militare dei Paesi emergenti, della loro destabilizzazione, anche attraverso lo spregiudicato utilizzo del terrorismo fondamentalista, questo sarà il secolo dello scontro tra l’Occidente (ridotto ai ristretti interessi delle banche d’affari e dell’industria delle armi) contro le potenze asiatiche. Se invece questa strategia sarà abbandonata (non senza un grande e corale impegno di popolo per sconfiggerla) si porranno le premesse per l’avvento di un mondo autenticamente multipolare, nel quale la più stretta intesa fra i Brics non mancherà di avere effetti positivi sul recupero, da parte dell’Europa di un suo ruolo su scala globale.
Anche nel nostro Paese si sta facendo strada questa esigenza di come definire un giusto e reciprocamente vantaggioso rapporto con i Brics. A questo scopo sta dando un notevole contributo la Presidenza di turno indiana dei Brics, che attraverso l’Ambasciata di Roma ed in collaborazione con diversi soggetti, fra cui la Rivista Di Studi Politici Internazionali (Rspi) e il Laboratorio multidisciplinare Eurispes sui Brics, si è fatta copromotrice di un paio di eventi che hanno coinvolto in un dialogo proficuo e lungimirante ed in un leale ed amichevole confronto di punti di vista, studiosi ed esperti, e, da ultimo, nell’incontro di ieri, i presidenti delle Commissioni Esteri di Camera e Senato, Casini e Cicchitto, ed il sottosegretario agli Esteri Della Vedova. Ai quali la professoressa Emanuela Scridel, autrice di un paper su “I Brics e la nuova governance globale: il XXI secolo sarà il ‘secolo indiano’?” ha ricordato i termini della sfida:
«nonostante l’esistenza di realtà tra loro molto dissimili in termini storici, politici e culturali, i Brics esprimono, nell’insieme, il consolidamento di legami chiave per il processo di riconfigurazione del potere a livello globale».
Per non assistere da spettatori, o subire, questo “spostamento del baricentro economico del mondo” serve un cambio di mentalità, l’adozione di categorie nuove ed adeguate a comprendere questi complessi processi ed a volgerli in un ottica di pace e di sviluppo.
Il fiore di loto, che l’India ha scelto come simbolo della sua presidenza di turno dei Brics, che in oriente significa rinascita e purezza, è di buon auspicio perché tutti si sentano impegnati a costruire un maggiore equilibrio nei processi dello sviluppo globale.
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