Cattolici, il pluralismo nell’urna

Alla presentazione ufficiale delle liste per le elezioni regionali, una considerazione viene spontanea guardando alla situazione della Lombardia. Forse per la prima volta il “mercato politico”  appare già in partenza piuttosto generoso nei confronti del mondo cattolico. O – detto rovesciando la prospettiva – per la prima volta i cattolici hanno preso sul serio il  discorso del pluralismo delle opzioni e delle scelte.

Il presidente della Regione (il termine “governatore” ci sembra davvero fuori luogo e improprio)  Roberto Formigoni si presenta per il  quarto mandato (e su questa circostanza si è già discusso e polemizzato, ma nessuno sembra intenzionato ad andare fino in fondo nel chiarimento). Chi nel mondo cattolico si ritiene soddisfatto della politica degli ultimi anni, potrà confermarlo.

D’altra parte si presenta anche l’Udc con Savino Pezzotta, storico sindacalista Cisl e esponente di una fetta di mondo cattolico legato ai ceti produttivi popolari. La sua prima dichiarazione è stata chiara: intende contribuire allo smantellamento del sistema di potere instaurato in Lombardia  da CL e dalla Lega. Come dire che chi nel cattolico non si ritiene soddisfatto dalla gestione della Regione secondo le linee politiche dispiegate negli ultimi 15 anni, trova qui una possibile alternativa.

Ma non basta, perché la presenza di alcuni cattolici in posizioni preminenti nella lista del Partito Democratico, che appoggia la candidatura di Filippo Penati al vertice della Regione, significa lo sdoganamento definitivo di quel partito, senza i maldipancia che alcuni avevano avvertito nelle ultime tornate elettorali. Un’altra chance, dunque, per quei cattolici che non hanno problemi a schierarsi in un partito di sinistra, portando anzi in quell’area un apporto particolare di valori e impegno. Certo, molto dipenderà dallo spazio effettivo che si aprirà nella compagine per la componente cattolica, e dal livello di testimonianza che si riuscirà a dispiegare.

Dal nostro punto di vista tutto questo non può che essere positivo, perché è la consacrazione del  principio di autonomia del laicato cattolico a cui facevamo riferimento nell’Editoriale di avvio di AgendaDomani, ispirato al documento conciliare che abbiamo pubblicato (cap. 43 della Gaudium et Spes). Entrambi i testi sono rintracciabili cliccando su “chi siamo”.

Avanti così, dunque. Si apra il dibattito su aspetti concreti (sanità, educazione, sviluppo sostenibile, solidarietà, accoglienza) e si avvii il confronto. Chissà che ancora una volta la Lombardia non faccia da “laboratorio” per il resto del Paese.

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