Stati Uniti: Trump, un Robin Hood alla rovescia
Quella di Donald Trump è un’America che considera e premia solo i ricchi, a partire da una riforma fiscale regressiva che taglia le imposte soprattutto ai redditi più elevati e nel contempo riduce i fondi all’assistenza pubblica. Siamo in presenza di un autentico di Robin Hood alla rovescia.
Emblematica, sotto questo profilo, la riduzione dei coupon gratuiti per i prodotti alimentari che toglieranno risorse vitali ai più bisognosi. Un problema su cui si è soffermato, sulle colonne del New York Times, l’economista liberal Paul Krugman. La scelta dell’attuale amministrazione è improntata al totale disinteresse verso i più deboli e così mentre con una mano si favoriscono sfacciatamente le fasce più abbienti, con l’altra si toglie il necessario a chi fa fatica a raggiungere la fine del mese e a mettere insieme il pranzo con la cena. Si è persino superata la vecchia nozione di conservatorismo compassionevole, tanto cara a George Bush, per approdare ad un cieco e feroce darwinismo sociale.
E in effetti l’America di oggi, che pur gode di una buona crescita economica, vede i programmi sociali ridotti al minimo. Una contraddizione visibile anche in maniera esplicita. E così a New York in piena Manhattan si vedono decine e decine di gru che operano in una moltitudine di cantieri, mostrando la ritrovata vitalità del comparto edilizio e di conseguenza dell’intera economia. Nello stesso tempo però la metropolitana è tappezzata di manifesti che evidenziano il dramma dei senza tetto o che segnalano gli indirizzi di alcune scuole cittadine in cui avviene la distribuzione di pasti gratuiti per i ragazzi, dando ad intendere che nel Paese del super consumismo esiste, tuttora, il problema di una drammatica sotto alimentazione dei giovanissimi. Una stortura che, per l’appunto, si lega ai coupon tagliati dal governo e che priveranno dei mezzi di sostentamento molte famiglie prive di lavoro. Il paradosso è che i coupon, in massima parte non sono utilizzati dai neri che abitano nelle grandi città, segmento sociale non propriamente nelle grazie dell’attuale amministrazione, ma proprio da quel ceto bianco impoverito che vive nelle aree rurali e che ha rappresentato la base elettorale grazie alla quale Trump è asceso alla Casa Bianca.
C’è da chiedersi se questi elettori, al momento di votare, fossero pienamente consapevoli del progetto politico che stavano sostenendo. A giudicare da quanto sta accadendo sembrerebbe proprio di no, ad ulteriore conferma di come, troppo spesso, i cittadini si affidino al leader carismatico di turno, senza che sia stato avviato un vero confronto sui programmi, per valutarne fino in fondo le possibili ricadute. Una questione che si pone negli Stati Uniti ma che, a ben vedere, riguarda un po’ tutte le odierne democrazie, segnate da un populismo demagogico capace di promettere tutto e il suo contrario.
Lascia un commento