Si Tav, No Tav

In questi giorni il dibattito sulla Tav è tornato alla ribalta in modo veemente, contrapponendo i due “fronti” opposti in un muro contro muro che si è esemplificato plasticamente nel confronto quasi fisico avvenuto qualche giorno fa proprio sotto il Municipio di Torino, con le forze dell’ordine impegnate a dividere i due blocchi mentre si scambiavano insulti e accuse.

Questo più o meno nelle stesse ore in cui il Paese veniva flagellato da un’ondata di maltempo che ha causato danni ingentissimi e, purtroppo, numerose vittime, ricordando a tutti quali dovrebbero essere le reali priorità da affrontare.

Per questo, vogliamo provare a stemperare il confronto con una suggestione e qualche riflessione apparentemente distanti dal tema in oggetto, ma in realtà collegate.

La suggestione è la seguente: qualche giorno fa, Lonely Planet, il più grande editore di guide turistiche del mondo, ha collocato il Piemonte in cima ai territori da visitare, la Regione più bella del pianeta, suggerendo implicitamente alla estesa platea di viaggiatori che fanno riferimento ai propri consigli editoriali di recarsi in visita nelle terre subalpine.

Questo, nonostante non ci sia ancora la Tav, il che significa due cose: primo, che i motivi d’attrazione – e quindi anche le opportunità lavorative ed economiche – del Piemonte non dipendono evidentemente dallo scavo della galleria prevista in Val Susa, bensì dalle nostre montagne, dai nostri laghi, dalle colline vitivinicole entrate a far parte dei Patrimoni dell’Umanità censiti dall’Unesco, dalle nostre eccellenze enogastronomiche e, non ultimo, dal nostro patrimonio storico ed artistico, a partire dai gioielli del Barocco della Torino capitale sabauda.

Seconda considerazione: non giova affatto alla città, al territorio e alla nostra economia il disfattismo di coloro che, a partire dal Commissario Tav Foietta, continuano a dipingere il Piemonte come “isolato dal mondo”, scoraggiando i potenziali turisti. È chiaro che se Lonely Planet suggerisce di visitare la regione, è perché già oggi essa è perfettamente raggiungibile da ogni angolo del mondo, principalmente per via aerea, ma anche per ferrovia, compresa la fatidica tratta Lyon-Torino, già oggi agevolmente percorsa dai Tgv francesi.

Dunque, chi ha davvero a cuore il Piemonte e vuole implementare le sue attività economiche, deve puntare alla tutela del patrimonio storico-artistico e del territorio, anche per evitare disastri come quelli a cui stiamo assistendo lungo la penisola e che hanno funestato anche la nostra regione non troppo tempo fa. E se per trovare i fondi per mettere in sicurezza il nostro territorio e tutelare le nostre bellezze dovremo rinunciare a scavare un buco dentro a una montagna, vorrà semplicemente dire che avremo individuato altre priorità di intervento e altre direttrici di sviluppo

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