Cattolici, e’ il momento della scelta.
La forte e qualificata insistenza affinché i cattolici democratici epopolari escano dal letargo e intraprendano, oggi, una rinnovatapresenza politica non può più essere elemento di delusione o dirinvio. O meglio, la necessità di avere uno strumento politico eorganizzativo capace di raccogliere la sfida che proviene da settoriconsistenti dell’area cattolica italiana – pur sempre articolata emolto plurale al suo interno – si fa sempre più stringente. Del resto, la fine dei partiti plurali – nello specifico il lento tramonto del Partito democratico da un lato e il progressivo esaurimento di Forza Italia dall’altro – e il ritorno delle identitàsono la premessa per una svolta politica ormai necessaria.
Certo, le riflessioni avanzate in queste ultime settimane da autorevoli esponenti della Chiesa italiana – a cominciare dal Presidente della Cei, cardinal Bassetti – e da molti dirigenti dell’associazionismo cattolico di base vanno nell’unica direzione di ridare voce, sostanzae prospettiva ad un impegno politico dei cattolici. Ovviamente unimpegno laico, profondamente democratico, squisitamente riformistama, soprattutto, ancorato ad una cultura che affonda le sue radicinella storia e nell’esperienza del cattolicesimo politico italiano.
Ecco perché, allora, e’ quantomai urgente richiamare almeno 3 nodi che andranno definitivamente sciolti nelle prossime settimane. Innanzi tutto va perseguito un disegno che definisca una presenza ilpiù possibile unitaria dei cattolici sensibili all’impegno politiconella stagione contemporanea. Nessuna rivendicazione anacronistica efuori luogo, come ovvio, dell’unità politica dei cattolici ma unaprecisa assunzione di responsabilità di fronte all’emergenzapolitica e democratica che vive il nostro paese. Sotto questo aspetto, e’ indispensabile superare i comprensibili personalismi e la tentazione, vecchia come il mondo nell’area cattolica italiana, di ridurre la molteplicità e la ricchezza delle pluralità delle vocipresenti nella società alla propria esperienza personale o digruppo. L’autoreferenzialità da un lato e il vizio di porre lapropria esperienza come l’unica in grado di ricomporre il tutto dall’altro, sono e restano alla base dell’impotenza e della irrilevanza del cattolicesimo popolare e sociale nell’attuale fase storica.
In secondo luogo va preso atto che una cultura politica, un pensiero politico e una tradizione culturale ed ideale hanno un valore, ed unsenso, nella misura in cui sanno fermentare e lievitare la societàin cui quella cultura, quel pensiero e quella tradizione operano eaggregano. Sarebbe curioso arrivare alla conclusione che c’è ungrande fermento nell’area cattolica italiana per un rinnovato impegno politico, che ci sono energie fresche per inverare quell’impegno, che c’è una cultura attuale e moderna capace di portare un contributo significativo per affrontare e cercare di risolvere i problemi dellanostra società, che esiste una classe dirigente di qualità a livello periferico e centrale in grado di uscire dall’isolamento dopo anni di letargo edi impegno nelle retrovie e poi, all’ultimo, abdicare o ritirarsiperché non sufficientemente organizzati.
Se così fosse, nonpotremmo non prendere atto del monito presente nell’OctogesimaAdveniens che parlava di un “peccato di omissione ” perdenunciare l’assenza dei cattolici dall’agone politico.
In ultimo, ma non per ordine di importanza, occorre prendere atto che lapolitica e’ fatta di appuntamenti. Elettorali e non. E la prossima scadenza elettorale per il rinnovo del Parlamento Europeo, soprattutto in questa contingente fase storica, non può registrarel’assenza in Italia di una presenza politica popolare, riformista, democratica e cristianamente ispirata. E questo non solo per ilsistema elettorale proporzionale che esalta la personalità delle singole forze politiche e la valenza del conseguente progetto politico, ma anche perché il contributo per una Europa
Non esserci equivarrebbe ad un atto di colpevole diserzione.
Ecco perché, ormai, siamo arrivati ad un bivio: o matura in modo serio,corretto e coraggioso una precisa assunzione di responsabilità politica in vista anche e non solo dei prossimi appuntamenti elettorali oppure si ritorna tristemente e passivamente nelleretrovie in attesa di nuovi e, ad oggi, imprevedibili avvenimenti.
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