I giovani e la loro idea di futuro: molto concreta

Cos’hanno in comune i giovani fra i 18 e i 30 anni di quattro grandi Paesi europei? Molto più di quel che si possa pensare. Pragmatici, socievoli, ma anche individualisti e disincantati. Sono i tratti che accomunano le nuove generazioni di europei dell’Est e dell’Ovest. È quanto emerge da una ricerca sociale internazionale, svolta nel corso del 2018, tra i giovani di Russia, Polonia, Germania, Italia, e coordinata dalla prof. Svetlana Varlamova, del Centro Federale di Sociologia Teoretica e Applicata della Accademia delle Scienze di Russia e dalla sociologa Anna Doroshina, dell’Università “D.I. Mendeleev” di Mosca. Per l’Italia il contributo all’indagine è stato dato dall’Eurispes, per la Germania dall’Istituto IWAK della Università Goethe di Francoforte.

Obiettivo dell’indagine è capire quale è l’idea di futuro dei giovani dei suddetti quattro stati che presentano sistemi molto diversi fra loro; come i giovani vedono le loro prospettive personali e quelle delle comunità familiare, locale, nazionale nella quale vivono.

Lo studio giunge a conclusioni molto interessanti, ed anche sorprendenti, individuando, in particolare, inaspettate sintonie e divergenze.

Emerge una certa uniformità di vedute sulla struttura dei valori delle nuove generazioni, con una prevalenza di orientamenti per valori di natura economica (il denaro, il lavoro, il benessere materiale, la carriera) quindi, in successione, per i valori relativi alla vita sociale (salute, famiglia, tempo libero, riconoscimento/rispetto da parte degli altri, istruzione, i bambini) e per i valori che qualificano la vita privata (gli amici, le relazioni). In posizione decisamente marginale gli orientamenti relativi ai valori politici (democrazia, patriottismo, politica) ed ai valori spirituali e religiosi.

Secondo i risultati della ricerca nel complesso i giovani ritengono di avere poche possibilità di influenzare la politica delle autorità pubbliche, a tutti i livelli. Il più elevato grado di convincimento sulla propria capacità di influenzare la politica dello stato nella sua complessa articolazione (nazionale, regionale e locale) è espressa dai giovani della Polonia (56,1% di risposte: “sicuramente” e “probabilmente sì”). Ma in tutti e quattro i paesi, Russia compresa, i giovani non indicano ai primi posti la politica e tantomeno il patriottismo.

La partecipazione dei giovani alle iniziative promosse da istituzioni religiose, in quegli stati, come ad esempio l’Italia, dove la religione e la chiesa hanno un ruolo importante e svolgono una funzione attiva nella vita della società civile, risulta più elevata.

Mentre la maggiore partecipazione ad attività di volontariato si registra tra i giovani della Germania (35,6%) e dell’Italia (34,9%). Notevolmente inferiore, pari a circa la metà, il grado di partecipazione dei giovani alle attività di volontariato registrato in Russia e Polonia, rispettivamente pari al 18,3% e 17,2%.

Sono solo alcuni dei dati interessanti di una ricerca originale i cui risultati offrono molti spunti di analisi e sollecitano approfondimenti e risposte sia in ambito istituzionale, civile , sociale che dalle agenzie culturali, educative, religiose per stare in sintonia con l’universo giovanile e le sue nuove istanze.

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