Costituzione: manuale di convivenza

Serata dedicata alla Costituzione, nella magnifica cornice di palazzo Carignano, nel cuore della Torino risorgimentale. Ospite d’onore l’ex presidente della Corte costituzionale Giovanni Maria Flick, in un incontro promosso dal settimanale della diocesi, La Voce e il Tempo. A confrontarsi con lui, sei personalità subalpine: il presidente della regione Piemonte, Sergio Chiamparino; l’Arcivescovo emerito della città, cardinale Severino Poletto; il direttore della Caritas torinese, Pier Luigi Dovis; la responsabile della Consulta del volontariato, Maria Paola Tripoli; il presidente della fondazione Crt, Giovanni Quaglia e la sindaca di Torino, Chiara Appendino.

Molti i temi affrontati nel dibattito, prendendo spunti dall’attualità, a cominciare dal recente decreto sulla sicurezza nel quale il permesso di soggiorno per richiesta di asilo non consente più l’iscrizione all’anagrafe. Si impedisce così a queste persone di usufruire di molti diritti, tra cui l’assistenza sanitaria, che viene limitata al pronto soccorso. Flick ha riaffermato che i diritti sanciti dalla Costituzione non sono rivolti unicamente ai cittadini ma sono destinati a tutti, in quanto persone. E in questi diritti sono compresi quelli legati alle cure sanitarie, all’istruzione, alla formazione professionale per consentire a tutti di vivere una vita dignitosa.

Nella Carta costituzionale, il richiamo alla pari dignità sociale (art.3) senza distinzioni di sesso, razza, lingua, religione, ecc.., è accompagnato dal preciso impegno della Repubblica “a rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana..”. Parità sociale ed uguaglianza vanno cioè misurate in termini sostanziali e non meramente formali, come accadeva nelle vecchie Costituzioni liberali. Continuano peraltro ad essere parecchi molteplici gli ostacoli di ordine economico e sociale, che si frappongono a quella completa parità sociale richiamata dalla Costituzione. Due soprattutto meritano una particolare attenzione: l’ordinamento tributario, che penalizza le famiglie numerose, non prevedendo un quoziente che suddivida il reddito tra i diversi componenti familiari, e il sistema scolastico, che non garantisce una piena parità tra la scuola statale e quella non statale, impedendo un’effettiva libertà di scelta a tutte le famiglie.

Flick, senza soffermarsi sui due punti in questione, ha preferito ricordare che la chiave di volta di un sistema fiscale è la sua equità e infatti la Costituzione afferma che il concorso alle spese pubbliche deve avvenire in base alla propria capacità contributiva e si sostanzia su un criterio di progressività dell’imposta, nel segno della solidarietà politica e sociale. Principi che sarebbero messi in forse da una flat-tax con un’aliquota unica per tutti.

Altro tema il regionalismo, oggi di cogente attualità per la richiesta di alcune regioni di maggiori dosi di autonomia. Nessuno può però pensare che sia ammissibile un federalismo egoista, in cui ciascun territorio si tenga le imposte riscosse: la Costituzione ammette soltanto una logica solidaristica di coesione sociale, che in alcun modo ponga a rischio l’unità nazionale. Ultima riflessione infine sui corpi intermedi: sindacati, associazioni, ecc…, da ritenersi le formazioni sociali, indicate nell’art. 2 della Carta, ove si svolge la personalità umana. Articolazioni di quel pluralismo in grado di evitare che tutto venga ricondotto ad un rapporto tra il popolo e il capo: primo ed immancabile ingrediente di qualsiasi populismo e anticamera di ogni dittatura. A monte – quasi una precondizione per tutto il resto – rimane poi la laicità, da intendersi nella sua forma più nobile che è capacità di dubitare di se stessi e, dunque, di mettersi in ascolto dell’altro, per costruire tutti insieme un elevato livello convivenza civile e democratica. Quella convivenza di cui la Costituzione rappresenta il nostro prezioso ed insostituibile manuale.

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